Fermo, 28 maggio 2024 – Quel naso che si portava dietro da quando era adolescente proprio non le piaceva, non lo sentiva suo. Così, armai adulta, aveva deciso di rivolgersi ad un noto chirurgo plastico di Fermo per fare un intervento che le potesse dare l’aspetto da sempre desiderato. Alla fine, però, non era rimasta soddisfatta e aveva iniziato a perseguitarlo, fino ad aggredirlo. Per lei, una 42enne di Macerata, erano scattate la denuncia e l’ammonimento del questore.
La donna, a conclusione delle indagini, è stata rinviata a giudizio e dovrà rispondere davanti al giudice del tribunale di Fermo del reato di stalking. Tutto inizia nel marzo 2023 quando la 42enne decide di incontrare il chirurgo per stabilire insieme le modalità e in tempi per un intervento di rinoplastica. Il primo approccio è cordiale e professionale, tanto che in pochi giorni vengono pianificati gli esami necessari per l’operazione e la data.
L’intervento ha esito positivo e non ci sono complicazioni. Dopo alcuni giorni, però, la 42enne inizia a manifestare la propria insoddisfazione per il risultato estetico e, piano piano, si convince che quel chirurgo ha rovinato la suo bellezza, costruendo un naso sproporzionato e non adatto al suo viso.
E’ allora che inizia a perseguitare il medico con l’invio di un numero spropositato di messaggi di testo e video a mezzo di programmi di messaggistica istantanea sul numero privato del professionista, alcuni dei quali di contenuto denigratorio e offensivi. La situazione va avanti per mesi con frasi a volte anche minatorie: “Mi hai sfigurato, sei un macellaio e la devi pagare cara”. “Non la passerai liscia, vedrai che ti succederà”.
Ad un certo punto le parole non bastano più alla 42enne, che decide di passare ai fatti quando attende il chirurgo nel suo ambulatorio e lo aggredisce. E’ la goccia che fa traboccare il vaso: a quel punto il medico deicide di denunciare i fatti alla polizia e la divisione anticrimine, esaminati gli elementi, chiede e ottiene la misura cautelare dell’ammonimento del questore. La donna, dopo aver intrapreso il percorso di recupero psicologico previsto dal protocollo Zeus, finirà sotto processo.