"Non c’è stata nessuna imboscata nei confronti della segretaria regionale Chantal Bomprezzi. E io non ho alcuna intenzione di chiedere la deroga per candidarmi al terzo mandato". Il consigliere regionale Fabrizio Cesetti interviene sulle vicende che negli ultimi giorni hanno riportato in primo piano le tensioni all’interno del Pd. Cesetti è uno dei sei consiglieri regionali (su otto) che hanno firmato un documento poi sottoposto alla segretaria nazionale Elly Schlein durante un confronto a cui hanno partecipato a Roma il capogruppo Maurizio Mangialardi e l’ascolana Anna Casini. Altri dei firmatari – Andrea Biancani, Micaela Vitri e Manuela Bora – hanno invece seguito l’incontro on line. "Io non ho fatto né l’una né l’altra cosa", specifica Cesetti. Ma ha appunto condiviso quel documento nel quale, tra l’altro, si chiede di favorire una gestione più unitaria del partito con un maggiore coinvolgimento della minoranza (di cui fanno parte i sei firmatari), di tenere da parte ambizioni personali e favoritismi nelle candidature e di prevedere le primarie nel caso in cui non si arrivasse a una scelta unitaria per il candidato presidente in vista delle prossime elezioni regionali. C’è un altro punto finito al centro dell’attenzione e riguarda il terzo mandato. Lo statuto del Pd pone il limite di due mandati per i consiglieri regionali, salvo deroga. Ecco, i sei chiedono che la deroga non sia decisa da una segreteria non unitaria: "O si offre questa possibilità a tutti – scrivono – o a nessuno".
Tutto ciò è stato interpretato dalla maggioranza del partito guidata dalla segretaria Chantal Bomprezzi come un attacco diretto. "Assolutamente no – afferma Cesetti – mi sembra normale che dei consiglieri regionali interloquiscano con la segretaria nazionale. Io ho condiviso quel documento consegnato alla Schelin, che non contiene alcuna critica alla segretaria regionale Bomprezzi la quale gode della mia totale fiducia. Chiediamo solo una gestione più unitaria del partito e poi che si stabiliscano regole uguali per tutti in riferimento al terzo mandato. Ciò è stato scambiato per un’ambizione personale, invece io per esempio non ho intenzione di chiedere la deroga, ma è giusto porre il principio che sia per tutti o per nessuno. Così come le primarie: non se ne può fare a meno nella scelta del candidato presidente se non c’è una scelta unitaria".