Il tema del Made in Italy ha profondamente caratterizzato l’assemblea generale di Confindustria Fermo che si è svolta ieri mattina al teatro dell’Aquilaalla presenza, tra gli altri del presidente nazionale Aldo Bonomi. Per garantire un adeguato sviluppo al sistema economico del fermano, però, occorre intervenire sul potenziamento infrastrutturale del territorio. Nella sua relazione il presidente di Confindustria Fermo Fabrizio Luciani ha detto: "Le emergenze da affrontare, secondo noi , riguardano: le infrastrutture , le competenze delle risorse umane e la formazione, l’innovazione, la digitalizzazione e lo sviluppo più sostenibile. Le infrastrutture materiali nella provincia di Fermo necessitano di un potenziamento, atteso da troppi anni. Il piano regionale rimette al centro la mare-monti e la Mezzina, anche se con tempi più lunghi di quanto ci saremmo auspicati e un buco, da Servigliano a Campiglione, per cui non c’è neppure un progetto. Ma gli oltre 50 milioni stanziati per connettere la costa al nuovo ospedale sono un ottimo inizio. C’è poi l’A14, con la terza corsia. È chiaro il progetto della Giunta Acquaroli, evitiamo di creare noi stessi intoppi che potrebbero portare al blocco dell’opera stessa. C’è poi la questione ferrovia, con l’alta velocità che grazie ai corridoi europei arriverà in Puglia. Questo ci deve portare a riflettere anche su una mobilità più green, considerando i tempi di realizzazione delle infrastrutture in Italia. Discutiamo della metropolitana di superficie, ma facciamolo con progetti e costi sul tavolo. Non ci soddisfano gli intenti e le parole".
Sullo stesso tema il sindaco di Fermo Paolo Calcinaro ha aggiunto: "Nel fermano abbiamo bisogno di una parola d’ordine che è sviluppo. Per raggiungere questo obiettivo il nostro territorio è e sarà oggetto di fortissimi investimenti come ad esempio sullasse viario, il nuovo ospedale di Campiglione e i nuovi corsi universitari". Il Prefetto Michele Rocchegiani ha detto: "Le imprese operano generalmente nel settore della moda ma ci sono anche altre imprese che operano in altri settori come ad esempio il turismo. Lo dimostra l’intesa dei giorni scorsi finalizzata la costiotuzione di un brand per far conoscere i servizi turistici della fascia costiera". Gino Sabatini presidente della Camera di Commercio delle Marche ha detto: "Abbiamo diversi componenti come l’attività manifatturiera, il turismo e l’enogastronomia che possono interagire tra loro aumentando il valore aggiunto di questo territorio".
"Dobbiamo essere consapevoli della nostra capacità del ben fare – ha detto Roberto Cardinali presidente di Confindustria Marche – e non dobbiamo abbandonare la tradizione ma dobbiamo reinterpetarla in una prospettiva di sviluppo futuro". Nel corso della tavola rotonda Nando Filippetti presidente Lindbergh Hotels & Resort ha detto: "Abbiamo tutto quello che le persone cercano quando vanno in vacanza. Dobbiamo stimolare la domanda attraverso un’adeguata comunicazione. I punti di debolezza sono le infrasrrattire". Richard Abou Zeki chefstellato di Porto San Giorgio ha aggiunto: "Negli ultimi anni c’è stata una crescita consideravole del sud delle Marche. Negli ultimi tre anni abbiamo triplicato il fatturato e anche gli occupati nelle nostre strutture. Però dobbiamo lavorare dodici mesi all’anno".
Massimiliano Tintinelli membro del gruppo Forall e referente private equity del made in Italy ha aggiunto: "Da un punto di vista manifatturiero siamo dei leader. Quello che riscontro favorevolmente è che i fondi di invetsimento stanno guardando molto favorevolmente alla realtà imprenditoriale del fermano. Tanti brands del lusso hanno scelto di investire in questo territorio e altre realtà stanno valutando di farlo. Stiamo costruendo un polo del lusso nelle calzatue ma oggi non ci favoriscono le infrastrutture". Il vice ministro Valentino Valentini ha detto: "Dobbiamo renderci conto che il made in Italy è un valore che dobbiamo tutelare. Dobbiamo proteggerlo e diffonderli nel mondo". Nelle conclusioni Aldo Bonomi presidente nazionale di Confindustria ha detto: "Ho avuto molte conferme da questo territorio che ha una forte vocazione manifatturea e la predisposizione delle esportazioni. Stiamo vivendo la quinta rivoluzione industriale. L’intelligenza artificiale non sappiamo dove ci porterà ma sappiamo che sarà irreversibile. Il made in Italy deve essere il nostro faro di riferimento che ci permette di illuminare la strada per il futuro delle nostre imprese e del nostro territorio".
Vittorio Bellagamba