Sono passati 7 anni dal suo riconoscimento ma l’Igp Marche dell’olio extravergine stenta a decollare con appena un centinaio di aziende che hanno conseguito la certificazione e una produzione che si aggira sulle 16 tonnellate, lo 0,5% del totale regionale. Eppure si tratta di un’ottima opportunità di promuovere un prodotto di altissima qualità, riconosciuta ovunque l’“oro verde” marchigiano venga proposto come, ad esempio, il recente successo di un monocultivar di Raggia del prestigioso “Best in Class” al Joop (Japan Olive Oil Prize) di Tokyo. Parte da queste considerazioni e dalla volontà di rilanciare un settore dalle grandi potenzialità il convegno organizzato da Aprol Marche e Coldiretti Marche che si è tenuto ieri mattina a Fermo. "A nostro avviso – spiega il presidente di Aprol, Francesco Sabbatini Rossetti – serve un vero e proprio piano olivicolo regionale, quindi dare spazio a nuove piantumazioni per aumentare anche i quantitativi prodotti. Ciò vale per tutto il settore, mentre per quanto riguarda l’Igp crediamo si debba arrivare a una semplificazione del disciplinare che non significa abbassare la guardia rispetto alla qualità, ma consentire alle aziende meno strutturate di affrontare il complesso iter burocratico".
Cronaca"Olio, basse adesioni all’Igp Marche"