MARISA COLIBAZZI
Cronaca

"Non è vero che la città è triste e sta morendo: ora spazio alla felicità"

"Lo slogan? ‘Il mio paese. La felicità’. Non se ne può più di sentire dire che questa città è triste...

"Lo slogan? ‘Il mio paese. La felicità’. Non se ne può più di sentire dire che questa città è triste...

"Lo slogan? ‘Il mio paese. La felicità’. Non se ne può più di sentire dire che questa città è triste...

Lo slogan? ‘Il mio paese. La felicità’. Non se ne può più di sentire dire che questa città è triste e sta morendo. La felicità come vivibilità": spiega il candidato sindaco Enrico Piermartiri presentando la coalizione composta da due liste civiche: la ‘storica’ dei Democratici e Popolari presentata da Emanuele Gentili e la ‘nuova’ di Risorgi Sem dove campeggia una fenice con 5 ali (i quartieri) di cui parla Eleonora Mancini. "Siamo un gruppo di amici stanchi di sentire lamentele e vedere un paese triste in cui tutti si lamentano, parlano del passato, di chi eravamo, dove eravamo e come è ridotto oggi. Ci sono 30 anni di incrostazioni di ‘dinosauri’ attaccati alle proprie sedie". La decisione di scendere in campo, tuttavia, è arrivata "quando abbiamo visto quella confusione, quell’accozzaglia, creata ad arte dai soliti politicanti che per interessi non certo ideologici, si volevano riunire in un poutpourri di colori per risollevare il paese. Ci ha convinto l’accozzaglia di interessi, di diversa estrazione politica in cui qualcuno si è ‘spurgato, ritrovandosi civico. Sono gli stessi che negli ultimi 30 anni hanno affossato la città. per cui è un evidente ossimoro. I tre candidati sindaco sono uomini di partito altro che civici". Piermartiri e i suoi vogliono essere altro: "Siamo alternativi. La differenza e la nostra qualità (sottolineo) sta nel non essere uomini di partito e non andiamo con nessuno, rimarremo da soli. O andiamo al ballottaggio o all’opposizione". Ricorre a una metafora calcistica Gentili parlando dei Democratici e Popolari: "In passato è capitato che, pur essendo titolari, ci siamo ritrovati in panchina, e questo poteva far venire voglia di appendere gli scarpini al chiodo tant’è che nel 2022 non ci siamo presentati. Ma quello che è successo negli ultimi due anni ci ha fatto riflettere: siamo pronti a lasciare la città in questo stato senza fare nulla? Abbiamo rimesso gli scarpini e torniamo in campo". Ricorre a una metafora nautica: "Il nostro commodoro Piermartiri ci ha chiesto di far parte dell’equipaggio di un veliero. Avremo contro corazzate e portaerei ma abbiamo un’ottima guida. L’unica cosa che manca è il vento che potrà darcelo chi crederà in noi". "L’araba fenice simboleggia il risorgere, il rialzarsi con dignità – aggiunge la Mancini - prendere in mano il presente e costruire un futuro fatto di opportunità, qualità della vita, mettere al centro interessi comuni e non personali". Si fa notare che una coalizione civica non potrà contare sulla tanto sbandierata filiera. "Studiando e lavorando bene, le cose si possono risolvere – non si scompone Piermartiri -, non serve per forza la spinta. Ci si può riuscire e poi, perché dobbiamo sempre affidarci al santo di turno?".

Marisa Colibazzi