"A gennaio quando per l’ex silos sarà stato fissato il prezzo preciso indiremo una gara di appalto per venderlo" così l’assessore al patrimonio, Fabio Senzacqua, rispondendo ad una nostra precisa domanda in proposito. Possedere un immobile e non sapere cosa farne: forse questo è il vero problema! Trasferirvi gli uffici comunali, alienarlo, o ricavarci alloggi popolari: sono le ipotesi emerse negli anni, ma rimaste tali, in merito all’utilizzo della parte dell’ex silos che, ad esclusione del pianterreno e del seminterrato, è stata ceduta al Comune in cambio dell’adozione del piano attuativo ex consorzio agrario. Però, mentre il privato con l’attuazione del piano ha fatto gli affari, costruendo e vendendo appartamenti, l’opera compensativa ex silos ha finito con il costituire un ’Vuoto a perdere’ per il Comune e da venti e più anni sta lì ’Immobile’ nel senso intrinseco del termine, lasciata al degrado. La vendita all’incanto è apparso in un primo tempo il modo più semplice da effettuare, ed utile a fare cassa. Ma i vari tentativi d’asta posti in essere, ogni volta diminuendone il costo, sono stati un fallimento. Sembra che nessuno voglia comprare l’ex silos. Tuttavia non può essere lasciato all’abbandono. E’ pur sempre un bene pubblico da salvaguardare e valorizzare anche per non incorrere in un danno erariale. Quali allora le decisioni dell’amministrazione?
Lo spiega l’assessore Senzacqua: "Stiamo cercando di fare una manifestazione di interesse per riqualificarlo e venderlo. Ma per farlo dobbiamo sanare un’incongruenza in cui ci siamo imbattuti: nel piano delle alienazioni come destinazione d’uso per l’immobile in questione viene data ’commerciale e residenziale’ mentre nel piano regolatore risulta accatastato per ’uffici pubblici’. E’ chiaro che stando così la situazione non può essere alienato. Prima bisognerà effettuare una variante per determinarne in modo preciso a quale utilizzo destinarlo".
Il Comune è proprietario dei quattro piani dell’immobile. I primi tre di 535 metri quadri di superficie ciascun, il quarto (soppalco) di 110 metri quadri. Il piano terra e il seminterrato erano della società fallita ’Cosmo’. Anche per essi le aste di vendita realizzate dalla curatela sono andate a vuoto. Se ne sono svolte 4 riducendo ogni volta il prezzo base che è divenuto 348.560 rispetto a quello iniziale di 871.400 euro. Per quanto riguarda la parte comunale nel primo tentativo il prezzo base era di 3.000.000, diventato 2.700.000 per poi scendere prima a 2.100.000 euro e, a seguire, a 1.701.000.
Silvio Sebastiani