Tempo di scuola per bambini e insegnanti. A lasciare un segno nel cuore dei suoi alunni il maestro, fermano d’adozione, Marco Moschini dei cui numerosi riconoscimenti citiamo la ‘Benemerenza di prima classe con facoltà di fregiarsi della medaglia d’oro’ per meriti educativi, conferita dal presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi, nel 2000. Nato a Senigallia, Moschini è stato insegnante di scuola elementare per trentasei bellissimi anni nonché autore di poesie e narrativa per l’infanzia e di didattica per insegnanti. È stato ed è maestro di vita educando alla lettura, al rapporto con la ‘diversità’ intesa come opportunità proponendo laboratori sulla costruzione e uso di burattini, giocattoli, ‘mini’ libri. Moschini, secondo lei ‘anche in un libro per i più piccoli si possono far bellissimi incontri’?
"I bambini mi hanno insegnato che bisogna affascinarli perché apprendono per fascinazione; che dobbiamo puntare sull’immaginazione perché se non viene immaginato, il futuro non arriva da solo; che la parola, per chi ha tre, quattro, cinque anni, deve essere legata alle immagini. I bambini pensano per immagini molto più di quanto sappiamo fare noi adulti: per questo, i miei sono versi illustrati".
Con Angela Leone ha lavorato a testi d’informatica per utenti dai sette ai tredici anni e collaborato con il comune di Ancona a ‘Nati per leggere’. Gli ‘ultimi nati’ in casa Moschini?
"Gli ultimi sono gli albi ‘Giochiamo a nascondino’ e ‘Che meraviglia il circo!’ (Artebambini 2022- Giuseppe Vitale, illustratore) sulla cui quarta di copertina ho riportato questi versi: ‘C’era una volta, piega due volte’. Metà libro e metà gioco, mi puoi leggere e piegare; se mi presti le tue mani, io ti posso far sognare’. Sono un sorridente contributo per rendere la lettura per i piccoli più divertente e partecipata: invitano a guardare il mondo con meraviglia. In ogni pagina utilizzo una particolare piegatura funzionale allo sviluppo della storia: moltiplica lo stupore della parola; chiama in causa una realtà giocata sul possibile e invita all’uso di quello che Maria Montessori definiva ‘strumento dell’intelligenza’ ovvero le mani".
Dunque i bambini possono piegare le pagine di un libro? "L’idea delle piegature, è nata a scuola. Volevo invitare i bambini al disegno: tracciando un segno sul foglio bianco, li spingevo a disegnare la parte mancante e fare ipotesi sul disegno completo. Da qui la riflessione: se vedo solo una parte del disegno posso essere tratto in inganno riguardo alla soluzione finale. Bisogna essere cauti nel dare giudizi senza appello, davanti a un foglio ripiegato come nella vita".
Gaia Capponi