Porto Sant’Elpidio (Fermo), 14 luglio 2023 – Saranno le indagini a chiarire come mai, ieri mattina, Franco Mazelli, 18 anni compiuti a gennaio, si trovasse sul tetto dello scatolificio Raffaele, in via dell’Industria, nella zona industriale San Filippo, e come sia potuto accadere che, mettendo un piede in un punto instabile della copertura, questo abbia improvvisamente ceduto, facendolo precipitare inesorabilmente e tragicamente, da un’altezza di 10 metri, piombando a peso morto sul pavimento.
Un impatto violentissimo, un trauma cranico che si è rivelato fatale come pare sia stato constatato nel corso di una prima ispezione cadaverica effettuata già, ieri pomeriggio, all’obitorio di Fermo e che non gli ha lasciato scampo.
Immediati sono scattati i soccorsi, ma all’arrivo dell’ambulanza della Croce Verde, dell’auto infermieristica della Croce Azzurra di Sant’Elpidio a Mare, dell’automedica della Croce Verde di Civitanova, i sanitari hanno dovuto arrendersi all’evidenza: per Franco non c’era più niente da fare, e rimandare indietro l’eliambulanza allertata e atterrata poco distante.
Poi, è stato solo il tempo delle lacrime, delle urla strazianti di una mamma e di un padre accorsi sul posto, costretti a prendere atto della più ferale e inaccettabile delle perdite, quella di un figlio appena sbocciato alla vita. Lacrime e disperazione di una sorella, incapace di accettare una simile tragedia.
Intanto, sul posto sono arrivati i carabinieri e i responsabili della sicurezza sul lavoro della Ast che hanno effettuato le ricognizioni, gli accertamenti e i rilievi di rito, mentre il medico legale non poteva fare altro che constatare il decesso del giovane Franco.
Tra i tanti ‘perché’ che si rincorrevano ieri, su una morte troppo ingiusta, quello più ricorrente era per capire come mai Franco si trovasse lì, sopra quel tetto, alle 9 di una mattina d’estate, col caldo torrido.
Forse voleva semplicemente stare con uno zio della ditta edile di famiglia, che doveva effettuare lavori di manutenzione su quel capannone, o su quello adiacente. Saranno le indagini a chiarire l’accaduto, intanto, la salma resta a disposizione dell’Autorità Giudiziaria e in Procura è stato subito aperto un fascicolo.
Stamattina si doveva decidere per una eventuale autopsia e assegnare l’incarico. Ieri pomeriggio sul tetto del capannone (il cantiere è stato posto sotto sequestro) erano all’opera i vigili del fuoco di Fermo, per effettuare ulteriori sopralluoghi in loco, utili a dare quelle risposte che potranno chiarire la dinamica del dramma che si è consumato in pochi attimi, ma che non potranno restituire Franco Mazelli alle braccia dei suoi familiari e all’affetto di una comunità che, ieri, piangeva una vita prematuramente spezzata.