Fermo, 31 ottobre 2023 – Si conclude con il patteggiamento da parte dell’imputato la vicenda giudiziaria legata alla morte di Giuseppe Lenoci, lo studente monturanese di 16 anni vittima di un incidente stradale avvenuto il 14 febbraio del 2022 a Serra de’ Conti di Ancona, mentre svolgeva il tirocinio scuola-lavoro con un’impresa termoidraulica di Fermo.
FOCUS / Il video-appello della zia
Il 38enne di Santa Vittoria in Matenano, conducente del mezzo e dipendente della ditta, imputato per il reato di omicidio stradale, ha patteggiato, davanti al gip del tribunale di Ancona, una pena di un anno e quattro mesi di reclusione, con la concessione della sospensione condizionale. "La pena inflitta – ha commentato l’avvocato Igor Giostra, legale dell’imputato - potrebbe non trovare il consenso di molti ma risulta giusta ed equilibrata sotto il profilo della commisurazione perché tiene conto del comportamento del mio assistito che si è subito reso conto della gravità di quanto accaduto, si è scusato ed ha manifestato il proprio cordoglio alla famiglia della vittima e si è per quanto in suo potere, insieme alla ditta, adoperato per facilitare il risarcimento del danno. Occorre prendere atto - continua l’avvocato Giostra - di come la vicenda sia maturata in un contesto colposo e manchi quindi da parte dell’autore del reato l’effettiva volontà di commettere l’illecito e di causarne le conseguenze lesive".
Secondo l’avvocato Giostra il rischio di sinistro costituisce un ineliminabile "compagno di viaggio" di ogni utente della strada e, per quante cautele possano prescriversi e adottarsi, resta pur sempre una componente fisiologica con cui doversi rapportare quando si assicura la libertà di circolazione come mezzo imprescindibile per lo sviluppo della personalità umana: "Al superamento del livello di rischio tollerato per colpa dell’automobilista è giusto che l’ordinamento intervenga e punisca il colpevole, ristabilendo con forza la validità della regola violata. Purtroppo nessuna pena e niente potrà mai lenire il dolore dei familiari o restituire alla vita la giovane vittima né placare la rabbia comprensibile per la grave perdita, acuita dalle circostanze in cui si è verificato l’accadimento. Tuttavia non si deve mai cedere alla tentazione di irrogare una pena esemplare e in qualche modo condizionata dalla eco mediatica e dall’indignazione sociale suscitate dal fatto e priva, invece, di una concreta considerazione della dimensione psicologica del reo e del contesto lecito di base nel quale si è consumato il reato".
L’appello video della zia