REDAZIONE FERMO

Montegranaro: una città che vuol dire gruppo di lettura

C’è stato un periodo che era difficile raccontare Montegranaro. L’edilizia era cresciuta con poca o nulla armonia: un affastellamento di...

C’è stato un periodo che era difficile raccontare Montegranaro. L’edilizia era cresciuta con poca o nulla armonia: un affastellamento di case e di fabbriche. Poi, piano piano s’è posto rimedio al disordine. Bello il viale sotto al centro storico, belli i negozi che vi insistono, belli il teatro e la biblioteca. E bello anche il bistrot Scaramante dove s’è radunato il Gruppo lettura che solitamente fa capo alla biblioteca. L’appuntamento è per le 10,30 di un sabato passato. Il tema dell’incontro è: A che punto il giornalismo oggi. Non un interrogativo ma un esclamativo, come per dire: dove ci troviamo oggi. Arrivo per tempo, come mia consuetudine. Il civico 49 di Viale Zaccagnini è una sorta di incavo lungo la via. Al piano terra insiste il Caffè. Sopra c’è una piazzuola con verde attorno. Salgo la dolce scalinata e trovo lo slargo. È un respiro tra le case. Più sopra ancora si erge il convento non più tale di San Serafino, il frate cappuccino che era "incapace di far cose" ma capacissimo di amare, di estrema bontà ed umiltà. Torno al Caffè. Il Gruppo s’è riunito. Oltre trenta persone. La parità di genere non è rispettata: la quasi totalità è donna. Ci salviamo in due, poi in tre. Introduce la presidente, che è una dirigente scolastica in pensione: Anna Maria Vecchiola. Racconta del loro incontrarsi mensilmente il giovedì, dei libri letti, consigliati e dibattuti; dei viaggi sulle tracce di Raffaello, Leopardi, Rossini, Lucrezia Borgia, Artemisia Gentileschi e via visitando. Si comincia: Informare o comunicare; la sfida dell’intelligenza artificiale; la curiosità; le tre s (sesso sangue soldi) che imperversano; la stima o la disistima per il giornalista; la nebulosa social; le fiction o il tg. Passano due ore in un attimo. I temi appassionano. C’è richiesta di serietà, di racconto di onestà. L’intelligenza (che tale non è) artificiale la si batte solo con un maggior studio e sguardo sulle cose e gli avvenimenti. I social sono un pericolo perché veicolano tutto, ma anche una grande opportunità. Consapevolezza è tra le parole più usate. Ma come si acquisisce se non attraverso una confronto e un dialogo? Siamo al termine. Scocca mezzogiorno. Sui tavoli c’è una crostata meravigliosa. La gola s’impone sulle parole. Bella mattinata.

Adolfo Leoni