
di Fabio Castori
Aveva allertato la polizia sostenendo di essere stata avvicinata da una vettura con a bordo quattro persone travisate, con cappuccio in testa e con la mascherina di protezione delle vie aeree, di essere stata minacciata con una pistola e di essere stata rapinata di una busta contenente più di 500 euro. In realtà aveva inventato tutto per giustificare alla famiglia il fatto che si fosse giocata con i ’gratta e vinci’ quella somma destinata al pagamento delle bollette.
Gli investigatori della squadra mobile della questura fin da subito si erano insospettiti e, al termine delle indagini, hanno scoperto che nessuna rapina era stata mai consumata. Per la finta vittima, una 70enne di Fermo, residente a Santa Petronilla, è scattata la denuncia per simulazione di reato. Il fatto era stato segnalato il primo di aprile e gli agenti della Volante erano subito giunti presso l’abitazione dell’anziana, acquisendo i primi elementi utili per le indagini. Circa due ore prima, l’anziana, come risultava dalle sue dichiarazioni, era uscita di casa a piedi per effettuare alcuni pagamenti delle utenze, portando con sé una busta contenente diverse centinaia di euro. Improvvisamente era stata affiancata da una vettura con a bordo i quattro banditi, uno dei quali dall’interno del veicolo, puntando nella sua direzione una pistola, le aveva intimato, con poche parole di consegnare il denaro che aveva nella borsa.
La 70enne, intimorita e per evitare conseguenze, aveva estratto la busta e l’aveva consegnata al malvivente, vedendo poi la vettura che si allontanava celermente e non riuscendo a rilevare il numero di targa. A quel punto era scesa in campo la squadra mobile che si era posta subito alcune domande: perché i rapinatori avevano individuato proprio quell’anziana come vittima? Come facevano a sapere che avesse con sé molto denaro? Perché solo dopo due ore dal fatto aveva allertato la polizia? Acquisiti i video dell’arco temporale interessato, gli investigatori hanno analizzato ogni frame, individuando il tragitto percorso dalla 70enne e soprattutto gli orari dei suoi movimenti, seguendone le orme senza mai perderla ’di vista’. Un pedinamento digitale che ha consentito di appurare orari reali incompatibili con quelli dichiarati, tratti di strada del cammino effettuato non corrispondenti alle attestazioni della vittima, la sua non presenza nell’arco temporale indicato nell’area di commissione della rapina. La classica ’prova del nove’ è stata l’assunzione delle dichiarazioni del titolare della tabaccheria che ha testimoniato come l’anziana si fosse intrattenuta nel locale per giocare ai ’gratta e vinci’, perdendo la somma di 500 euro proprio negli stessi minuti nei quali aveva dichiarato di essere stata rapinata.