Via Brunforte è la strada più bella della città. A scendere, verso Porta Santa Caterina, l’ultimo grande palazzo nobiliare, già sede di un orfanotrofio, ospita le università di Ingegneria e di Medicina/infermieristica. Entrambe della Politecnica delle Marche. Ieri una sala era gremita di studenti. Un centinaio. Futuri infermieri. Donne in maggioranza. Molti già stanno nelle corsi d’ospedale ad arricchirsi di pratica. In collegamento anche i colleghi di Ascoli. La lezione è stata particolare. Lo era già nel titolo: Mi curo di te. È un progetto proposto dall’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti, e realizzato con il contributo dei fondi 8xmille dell’Unione Buddhista Italiana. In cattedra, è salita Emanuela Storani, psicologa e tiflologa (colei che studia le condizioni e le problematiche delle persone con disabilità visiva). Ha usato tre parole chiave: formazione, sensibilità, buon senso. Le offre agli allievi perché occorre tutelare le fragilità, occorre cambiare l’approccio nei confronti di chi non vede, occorre sviluppare un senso d’altruismo. Ogni parola è stata una riflessione: sul maggior tempo da dedicare alla persona cieca o ipovedente, sulla necessità di guidarlo nella percezione anche tattile, sulle tecniche di accompagnamento. Una piramide è apparsa sulla lavagna luminosa, è quella dei bisogni: fisiologici, di sicurezza, di stima, di autorealizzazione. I ragazzi ascoltavano in silenzio. Questa è stata la prima lezione, quella teorica. La prossima, il 4 aprile, sarà quella pratica. Quella che cercherà di fare entrare gli universitari nel mondo della cecità: indosseranno una benda, e metteranno gli occhiali da ipovedente. Faranno un’esperienza diretta. Servirà a tutti. "Ogni paziente presenta bisogni specifici – scrive sul sito dell’associazione Cristiano Vittori, presidente Uici Marche – ma i pazienti con disabilità sensoriali hanno esigenze che vanno al di là del normale approccio sanitario. Il progetto intende indicare il percorso migliore per arrivare ad una ospedalizzazione attenta alle necessità di queste persone. Un percorso incentrato sulla consapevolezza del sostegno emotivo e dell’importanza di creare empatia e un rapporto di fiducia con il malato".
Cronaca’Mi curo di te’, lezione particolare a Infermieristica