REDAZIONE FERMO

Mense scolastiche, rivoluzione sconti

Le fasce di reddito per le riduzioni passano da due a sette. Per il secondo figlio previsti bonus maggiori. E il terzo non paga

Mense scolastiche, rivoluzione sconti

Chi fa la spesa in questi mesi difficili lo sa, i generi alimentari hanno subito tutti dei rincari importanti, con 50 euro si riempie un sacchetto scarso di alimenti, carne e pesce esclusi. Sono rincari con cui deve fare i conti anche la pubblica amministrazione, nella gestione delle mense scolastiche che a Fermo città coinvolgono circa 1700 bambini, per un totale di 160mila pasti l’anno. Ecco allora che si è reso necessario rimodulare le tariffe per le mense scolastiche, di concerto con la società Asite che ne segue la preparazione e la somministrazione. Il sindaco Paolo Calcinaro spiega che l’idea di fondo è quella di non aumentare la pressione sulle famiglie, specie quelle più fragili: "Un intervento andava fatto ma abbiamo colto l’occasione, grazie alla disponibilità dell’Asite, di riorganizzare le tariffe, in un servizio che resta in perdita per la società comunale perché vale come misura sociale. Prima si pagava secondo due scaglioni, riservati ai redditi Isee sopra i 15mila euro e a quelli sotto i 15mila, ma così non si teneva conto delle peculiarità di famiglie e redditi: siamo dunque passati oggi a sette fasce, cinque delle quali avranno uno sconto sulla tariffa. Il costo per il primo figlio passa da 2 euro e 88 centesimi a pasto a un euro e 89,per il secondo figlio a un euro e 20.

Le due fasce più alte, sopra i 20 mila euro, avranno un leggero ritocco: da 3 euro e 60 a 3 euro e 80, mentre al di sopra dei 25 mila si arriverà a 4 euro. Il terzo figlio è sempre gratuito con altri due figli a mensa". L’invito alle famiglie è preparare la documentazione, per poter usufruire degli sconti; per i non residenti restano le due fasce di reddito con 4 euro e 4 euro e 20 per chi sale sopra i 15 mila euro.

Il conto finale vede circa 800 famiglie che avranno un ritocco al ribasso e 500 che avranno un piccolo rincaro. L’importante è che tutti presentino l’Isee, anche chi finora non ne aveva bisogno: "Del resto le tariffe erano ferme al 2008, con rincari di circa il 17 per cento sulla materia prima non si poteva agire diversamente. È chiaro che chi sa di avere un reddito Isee sopra i 25mila euro può fare a meno di preparare i documenti e pagare la tariffa relativa, ma gli altri devono senz’altro provvedere per pagare solo quello che devono". L’assessore ai servizi sociali Mirco Giampieri spiega che, per chi non riuscirà a munirsi di Isee in tempo per pagare l’abbonamento alla mensa, si terrà conto di tutto e ci sarà all’inizio una certa elasticità: "Nel ribasso saranno coinvolte più persone rispetto a chi avrà l’aumento.

Credo che sia una operazione di equità sociale, perché aiutiamo chi è più in difficoltà".

Giampieri sottolinea che l’Asite cura al massimo la qualità delle mense, con cento diete diverse garantite, più di 1400 pasti al giorno, uniti alle professionalità di un dietologo, un nutrizionista, e con il supporto della Coldiretti per la filiera corta e il biologico e la pasta con grani italiani: "Tutto questo costa sacrifici, ma ne va del benessere dei bambini - concludono Giampieri e il dirigente Gianni Della Casa - non ci sono altri comuni che hanno differenziato così tante fasce di reddito".

Angelica Malvatani