
Stasera nei locali della Provincia con l’associazione La Pira per presentare idee innovative sullo sviluppo del territorio e la realtà della fascia costiera.
La politica ha bisogno di idee. I corpi sociali possono aiutare. Stasera nei locali della Provincia di Fermo, si terrà un incontro-dibattito che segue questo binario: l’apporto di idee e proposte lanciate dall’Associazione Giorgio La Pira. Il gruppo capeggiato dal prof. Maurizio Temperini ha studiato ed elaborato nel tempo alcune indicazioni che verranno presentate e su cui si impernierà il dialogo dopo l’intervento del prof. Massimo Sargolini, Ordinario di Urbanistica presso la Scuola di Architettura e Design dell’Università di Camerino, docente per la Pianificazione urbanistica, paesaggistica, territoriale in diverse università straniere. L’incontro prenderà le mosse da alcuni dati: la provincia di Fermo è estesa su 862,77 km2, la popolazione dei suoi 40 comuni assomma a 167.177 abitanti. I cinque comuni costieri: Pedaso, Altidona, Fermo, Porto San Giorgio e Porto Sant’Elpidio raggiungono una popolazione di 83.481 abitanti su una superficie di km2 pari a 168,44 km2. Questo significa che metà della popolazione del fermano insiste su un’area minima provinciale rispetto al totale. Popolazione che cresce ancora nei periodi estivi. Nel tempo, s’è verificato uno sviluppo caotico della costa e uno spopolamento delle zone interne. La crescita è stata "senza una "governance" - sostengono i promotori – e con una carenza di pianificazione e infrastrutture". Il consumo di suolo è stato notevole e "sono sorti agglomerati disordinati con cementificazione selvaggia difficile oggi da riqualificare attraverso soluzioni in grado di dare dignità e qualità di vita. Le vie di comunicazione Nord-Sud, Sud-Nord si sono realizzate unicamente a ridosso della costa: Ferrovia, Strada Adriatica, A 14". Che fare? "Il territorio – sostengono i componenti del La Pira - ha bisogno prima di tutto di una pianificazione che superi i confini della propria città, comune, borgo. Le amministrazioni locali dovrebbero essere disposte a condividere attraverso convenzioni le opportunità e i vantaggi e/o i disagi. Le Amministrazioni, inoltre, dovrebbero interrogarsi sulla funzione delle città, grande invenzioni della civiltà, come gli spazi e i luoghi che hanno una ricaduta anche sulla democrazia e partecipazione, per la costruzione di una società più vivibile, democratica e partecipativa". Due temi sono considerati fondamentali: la rigenerazione che vuol dire dare una seconda vita ai luoghi, far rinascere qualcosa che ha perso vitalità, spirito, energia, anche economica; salvaguardare la salute e curare la sicurezza urbana, le comunità e i luoghi rispetto alla crisi climatica. Le proposte che verranno offerte al dibattito sono: la richiesta agli Amministratori di un cambio di prospettiva e una riflessione sul valore sociale e culturale di alcuni luoghi e sulla dimensione di ecologia umana che i luoghi stessi custodiscono; lo spazio pubblico deve essere accessibile a tutti e non usato per altri scopi; lo sviluppo dell’edilizia sociale; l’adozione del Piano clima con un processo partecipato, molto duttile a livello normativo; l’urgenza di un disegno di una superstrada Mare - Monti su contrada Camera per decongestionare la Valdete, lo sbocco sull’Adriatica e l’accesso al Porto del Territorio.
Adolfo Leoni