Fermo, 4 maggio 2024 – Scontri e tensione a Lido Tre Archi tra polizia e alcuni componenti del clan di tunisini che controlla il mercato della droga sulla costa. Alla fine il bilancio è stato di un agente ferito e di un arresto. I drammatici fatti si sono consumati l’altro ieri sera quando nel popoloso quartiere fermano è scattato un blitz degli uomini della questura a seguito di numerose segnalazioni giunte dai residenti riguardo a diversi movimenti sospetti legati allo smercio di sostanze stupefacenti.
Sarà perché, forse, i poliziotti hanno rotto le uova nel paniere dei pusher, che c’è stata subito una reazione ostile ai controlli degli uomini della questura e alla loro richiesta di documenti. A quel punto la situazione si è fatta tesa e alcuni membri della banda hanno iniziato a pronunciare frasi provocatorie e minacce nei confronti dei poliziotti, fino a quando non è scoppiato un vero e proprio parapiglia e tre dei nordafricani si sono dati alla fuga per non essere perquisiti.
Uno di questi, un tunisino di 28 anni, durante l’inseguimento ha aggredito l’agente che stava cercando di fermarlo, ferendolo. Poi si è lanciato tra la folla per evitare di essere catturato, prendendo a spallate alcuni passanti in modo da crearsi un varco. Poco dopo, però, la sua fuga si è conclusa quando è stato definitivamente bloccato, ammanettato ed arrestato. Nonostante la forte resistenza, il 28enne è stato condotto in una auto di servizio, ma una volta dentro, in prenda alla rabbia per la cattura, ha sfondato il vetro del mezzo a testate.
Il giovane, difeso dall’avvocato Giuliano Giordani, è stato condotto in questura e ieri mattina è comparso davanti al giudice del tribunale di Fermo per la convalida dell’arresto. Arresto che è stato confermato anche se al 28enne è stato imposto il semplice obbligo di dimora. L’agente ferito è stato invece trasportato al pronto soccorso dove, dopo le prime cure e gli esami di rito, gli sono stati riscontrati traumi guaribili in sette giorni. I controlli a Lido Tre Archi sono continuati con l’ausilio dei cani antidroga che, in alcuni nascondigli all’aperto, hanno rinvenuto quantitativi di sostanze stupefacenti del tipo eroina, cocaina e hashish. E’ probabile che la resistenza alle attività di verifica da parte dei componenti del clan possa essere collegata proprio alla volontà di temporeggiare, per poi far sparire la droga.