Sono le stelle più attese, quelle che illuminano i ristoranti migliori d’Italia in un itinerario del gusto che ha solo un filo conduttore: l’assoluta qualità. Conquistare una stella Michelin è il sogno di ogni chef, è un risultato che pochi raggiungono e pochissimi riescono a mantenere con costanza. Ci riescono ben tre realtà tra il territorio di Fermo e di Ascoli Piceno, confermati ieri per la 70esima edizione della Guida Michelin le stelle a due ristoranti di Porto San Giorgio, l’Arcade e Retroscena, e a Il Tiglio di Montemonaco che conquista anche la stella verde, per la cucina sostenibile, premio ambito e quanto mai attuale. Emozionati e commossi gli chef, nessuno di loro abbassa la guardia, la stella conquistata ormai da tre anni è una responsabilità da sostenere. Ci riesce Nikita, chef de l’Arca che sulla guida viene definito come "un ristorante che sposa il mare come pochi altri: sia attraverso la parete vetrata della sala, dove la vista si apre direttamente sul litorale, sia con la cucina. E’ Sergeev Nikita, sin da bambino in Italia, l’artefice di una cucina tecnica e sofisticata che ama sorprendere e divertire". Nikita pensa subito alla sua squadra: "Ringrazio tutta la brigata che ha dato il massimo di loro talento e forze per mantenere un livello di esperienza gastronomica molto alto".
Anche Richard Abou Zaki, chef di Retroscena, ha un pensiero per i suoi collaboratori, perché la cucina è un lavoro di squadra. La guida parla di Restroscena come di "uno dei ristoranti stellati più interessanti della regione. Tra le case con mattoni a vista del grazioso centro storico di Porto San Giorgio, pochi tavoli riempiono una sala di minimalista eleganza. Lo sguardo dei clienti, quando non si posa sui piatti, è rapito dalla cucina a vista, dove la brigata guidata da Richard Abou Zaki sforna piatti veramente rimarchevoli, talvolta entusiasmanti". Lui, lo chef, parla di una grande emozione nel confermare la stella Michelin: "Per noi di Retroscena è frutto di impegno, lavoro e sacrificio mantenendo sempre un livello altissimo. Grazie a tutta la squadra, ai clienti, alla Guida Michelin". Per la guida, il ristorante di Enrico Mazzaroni, a Montemonaco, vale un viaggio bellissimo nel cuore dei Sibillini, un percorso forse faticoso tra pendii scoscesi che viene ricompensato dai paesaggi mozzafiato e dalla "squisitezza della cucina. La sua grande passione è la materia prima del territorio (funghi, trota, cervo, patate…), molto spesso autoprodotta nel proprio agriturismo, l’approccio però è decisamente creativo e le ricette originali, ma l’equilibrio dei sapori è garantito dalla perizia tecnica". L’emozione di Mazzaroni, a Modena per la presentazione della nuova guida, con la conduttrice Giorgia Surina, è per l’inedita stella verde che premia ristoranti particolarmente impegnati in una cucina sostenibile: "Forte è il legame col territorio dello chef-patron Enrico Mazzaroni. Se moltissimi ingredienti sono prodotti e allevati in proprio (verdure, castagne, tartufi, agnelli …), tutto ciò che manca viene ricercato presso i piccolissimi produttori che vivono nei paraggi. Il ristorante è inserito nel contesto del Parco Naturale dei Monti Sibillini e fa parte della comunanza agraria di Isola San Biagio, per la salvaguardia e il supporto dei territori e dei residenti delle zone montane".
Angelica Malvatani