Gli imprenditori calzaturieri del fermano vivono la vigilia del Micam da un alto con la consapevolezza della difficile situazione congiunturale che sta interessando nel comparto e nel contempo con la loro immancabile voglia di fare e reagire. Proprio questo aspetto ha permesso ai calzaturieri di Fermo di affrontare, ormai da anni, una permacrisi che ha messo a dura prova tutto il sistema economico del territorio. Saranno cento i calzaturieri marchigiani che esporranno le nuove collezioni al Micam (18-21 fabbraio). Valentino Fenni, presidente della sezione Calzature di Confindustria Fermo, in merito ai timori della vigilia ci ha detto: "Le difficoltà non mancano, ma come ogni edizione gli imprenditori del nostro distretto saranno protagonisti durante la più importante fiera mondiale. Un momento fondamentale che indirizza la campagna di vendita, in parte già iniziata e che sta dimostrando come ci sia un ritorno verso il negozio fisico dopo il mini boom del digitale".
La cosiddetta permacrisi è iniziata nel 2008 e tra guerre e pandemie nel corso degli anni ha messo sempre a durissima prova il sistema economico? "Le guerre in corso destabilizzano i mercati e ora la crisi del Mar Rosso che impatta sulla logistica. Al contempo però potrebbe spingere, come accaduto durante la pandemia, le aziende che producono lontano dall’Italia a ripensare il sistema di produzione".
La recente crisi del Mar Rosso quali conseguenze sta generando?
"I costi di un container sono più che raddoppiati rispetto al 2023, considerando che per il canale di Suez passa il 40% del nostro interscambio, import ed export, commerciale marittimo e che la moda è uno dei settori più interessati, le conseguenze potrebbero peggiorare".
Avete timori anche legati all’export?
"I dati dell’export fotografano la difficoltà che vive il sistema moda in generale. Perché è vero che spesso leggiamo di segni positivi, solo che sono legati più al valore che ai volumi. Ed è chiaro che diminuendo gli ordini, sono le griffe a dominare i mercati. Il lusso è una garanzia, ma non dobbiamo sottovalutare quanto sta accadendo in vari distretti, ovvero un calo di ordini che ha fermato le manovie di molte piccole aziende terziste".
Tra poche ore si apre il Micam con la partecipazione particolarmente numerosa delle aziende del fermano?
"I calzaturieri iscritti a Confindustria Fermo rappresentano il 60% della delegazione, Montegranaro con 26 è il comune più rappresentato".
Non mancano le novità?
"Ci sono quattro nuove aziende che hanno scelto di tornare o debuttare al Micam, un segnale importante verso la fiera in cui si ritrovano mille marchi da tutto il mondo. L’associazione fa il possibile per supportarli, anche grazie ai fondi che Regione e Camera Marche garantiscono".
Non manca comunque l’ottimismo tra gli imprenditori del fermano?
"Le ultime settimane sono state molto intense all’interno delle aziende. Le collezioni sono il nostro biglietto da visita, il frutto del lavoro dell’ufficio stile, del colpo di genio di un dipendente, il frutto di analisi di mercato. Tutti sappiamo che le sneakers dominano il settore, ma il ritorno della scarpa in cuoio è un fatto. L’artigianalità del nostro lavoro ci permette di restare protagonisti".
Durante il Micam avanzerete delle proposte per supportare il comparto in questo delicato momento?
"Come ha ricordato la presidente di Assocalzaturifici, stiamo aspettando ancora l’albo dei certificatori che vada a definire la questione credito di imposta su innovazione ricerca, ovvero sui nostri campionari. Ecco questo è quello che la politica non deve fare, lasciarci nel limbo. Chiediamo chiarezza, oltre che azioni mirate di supporto, dal credito a incentivi per favorire la digitalizzazione e la transizione verso la sostenibilità di prodotto e aziendale".
Vittorio Bellagamba