
L’indagine dei carabinieri, che avevano individuato e denunciato lo straniero, era partita dalla segnalazione del giovane abusato: i militari hanno condotto un’indagine lampo
Lo aveva conosciuto su un sito di incontri e alla fine aveva deciso di fare sua conoscenza personalmente. Le cose però non erano andate come pensava, perché quell’amico si era trasformato nel suo peggiore incubo e, dopo averlo pestato, lo aveva anche violentato. L’autore dell’aggressione e del brutale stupro, un pakistano di 45 anni, è finito alla sbarra. A conclusione del processo, l’uomo è stato condannato a cinque anni di reclusione per violenza sessuale, lesioni personali e violenza privata. L’inquietante episodio risale al giugno 2020 quando dopo qualche settimana essersi conosciuti online e aver coltivato una breve amicizia virtuale, i due avevano deciso di incontrarsi. L’indagine dei carabinieri, che avevano individuato e denunciato lo straniero, era partita dalla segnalazione del giovane abusato, un elpidiense all’epoca dei fatti 28enne, che aveva raccontato ai militari di avere intrattenuto una relazione online con un pakistano. Poi i due avevano deciso di vedersi, ma, all’atto dell’incontro reale, avvenuto in casa del ragazzo elpidiense, il pakistano, verosimilmente sotto l’effetto dell’alcol, aveva picchiato la sua vittima e l’incontro, dapprima consensuale, si era tramutato in violento. Il ragazzo elpidiense era stato morso, preso a pugni e calci, per poi essere infine violentato. Il giovane aveva chiesto aiuto e sul posto erano intervenuti i sanitari del 118 che, in quel frangente, lo avevano curato e gli avevano diagnosticavano lacerazioni e contusioni in diverse parti del corpo fortunatamente non gravi. Gli accertamenti tecnici degli investigatori avevano condotto i carabinieri ad identificare lo straniero con un’indagine lampo. Successivamente il pakistano era stato riconosciuto in foto dalla vittima. Il 40enne, che si trovava in una struttura per rifugiati politici, era stato cosi denunciato per violenza sessuale, lesioni e violenza privata. A conclusione delle indagini l’uomo era stato rinviato a giudizio, quindi c’era stato il processo e infine la pesante condanna.
Fabio Castori