
L’adolescenza e l’anoressia Margherita: "Non siamo soli"
Margherita ha solo venti anni, ma a sentirla parlare sembra ne abbia molti di più. Sarà perché coi suoi pochi anni ha già attraversato il buio della vita e oggi lo racconta nel libro ‘Ora che siamo soli’, edito da Giaconi. Margherita Forconi è fermana per parte di madre, oggi studia lettere classiche a Padova e nel suo libro racconta il dolore dei giovani, il vuoto di chi sceglie di arrendersi, di chi si taglia, si nega il cibo, di chi cerca la morte come via d’uscita. Tutto è cominciato con la perdita di un’amica cara, Margherita, campionessa di atletica, ha inseguito sempre l’idea di performance e alla fine è crollata, prima di chiedere aiuto e reggersi grazie alla terapia. Oggi racconta la sua storia, per far capire che i giovani sono soli e hanno bisogno di aiuto: "Io stessa vorrei essere d’aiuto a chi sta attraversando quello che ho attraversato io. Se c’è anche una sola persona che si sentirà meno sola leggendo il mio libro, o che troverà una speranza dopo mesi di buio, se, per quella persona, io farò quello che non sono riuscita a fare per la mia amica Rosa, beh allora forse avrò trovato finalmente un Senso". Quando una persona cara sceglie di farla finita ci si convince che si poteva fare qualcosa, che magari ci sia un po’ di colpa in quel dolore senza fine: "Me lo sono chiesto anche io, sono però convinta che la scelta se vivere o morire, se stare bene o male, sia una scelta che noi prendiamo da soli. Il primo passo, solo il primo, sia per la strada del dolore, sia quello, dopo aver toccato il fondo, per cominciare a risalire, può provenire solo da noi, dalla nostra volontà". Margherita racconta la sua vita con l’anoressia, con la fame che si controlla ma che fa diventare cattivi, doloranti, infreddoliti: "Alla fine ho capito che davvero dovevo chiedere aiuto, non sorridevo più, non ritenevo la mia vita degna di essere vissuta. I miei genitori per fortuna hanno subito appoggiato la mia esigenza di andare in terapia, devo dire che nei mesi della pandemia tutto il dolore è scoppiato fortissimo e io non sapevo davvero come uscirne. Sento che vicino a me, intorno a noi, i ragazzi sempre più giovani stanno male. Ci deve essere una presa in carico forte del disagio mentale, dei disturbi del comportamento alimentare, di chi si taglia per non sentire il dolore dell’anima. Altrimenti saremo sempre, tutti, sempre più soli".
Angelica Malvatani