"La vite ha vegetato in anticipo perché è mancato l’inverno"

Nico Speranza, titolare dell'Azienda Vinicola Vittorini, parla delle sfide legate alla crisi idrica nella raccolta delle uve e alla filosofia aziendale incentrata sull'inclusione sociale. L'enologo Matteo Lupi spiega il calo di produzione dovuto alla siccità, con differenze tra costa e entroterra.

"La vite ha vegetato in anticipo perché è mancato l’inverno"

Nico Speranza, titolare dell'Azienda Vinicola Vittorini, parla delle sfide legate alla crisi idrica nella raccolta delle uve e alla filosofia aziendale incentrata sull'inclusione sociale. L'enologo Matteo Lupi spiega il calo di produzione dovuto alla siccità, con differenze tra costa e entroterra.

"Il mondo del vino è infinito nelle sue potenzialità e vulnerabilità". Sono le parole di Nico Speranza, titolare dell’Azienda Vinicola Vittorini di Monsampietro Morico, dove la raccolta ha subito un lieve calo dato dalla crisi idrica a fronte della buona qualità delle uve. "Il nostro è un vigneto non convenzionale – spiega Speranza – caratterizzato da impianto intensivo con numero variabile di piante che va da 5mila a 16mila e dalla cantina sorta da una casa colonica degli anni ’20". Alla base dell’economia aziendale della Vittorini, c’è la filosofia che accomuna le aziende agricole sociali, riconducibile all’etica perseguibile nella concretezza di fondere economia privata, territorio e comunità inclusiva. A dimostrazione di ciò, è nota la collaborazione della cantina Vittorini, con la fattoria sociale Montepacini di Fermo. "Ospitiamo in azienda corsi di varia natura tra cui quelli riservati ai rifugiati – dice Speranza – e diamo lavoro a persone fragili". Alla forte vocazione sociale è legata la professionalità aziendale. "La vendemmia segue a una delle annate più siccitose degli ultimi 50 anni – spiega l’enologo Matteo Lupi – a causa dell’assenza di inverno (pochi giorni di freddo a fine gennaio) con scarse e nulle precipitazioni piovose e nevose. Questo clima ha spinto la vite a vegetare in anticipo con conseguente sofferenza da carenza idrica".

Così Lupi spiega la causa del lieve calo: "Parliamo di un segno meno della produzione – aggiunge – che va dal 25 al 35% diverso tra la costa (dove il fenomeno è stato più fotte) e l’entroterra (dove le raccolte sono state maggiori). Da qui si sono avute vendemmie con punte di qualità molto più alte nelle zone fresche mentre le zone più calde hanno comportato un arresto del processo fotosintetico della vite con conseguenti uve non mature, livelli più alti di acidità e meno aromi".