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"La mia vita è tutta per Djokovic"

Monte Urano, Vojo Illic, cameriere di 42 anni, non si è perso un match del tennista: "Lo seguo ovunque"

"La mia vita è tutta per Djokovic"

"La mia vita è tutta per Djokovic"

Una passione assoluta per il tennis, quasi una devozione per Novak Djokovic. E’ tutta da raccontare la storia di Vojislav (per tutti Vojo) Ilic, 42 anni, nato a Novi Sad ma ormai monturanese doc. Qui è arrivato con la mamma a sette anni, ha messo su famiglia e lavora da sempre come cameriere. Per lui però il tennis è la passione assoluta. "Iniziata seguendo Monica Seles, che si allenava a Novi Sad e da li ho inziiato a seguire il tennis femminile come ad esempio Elena Jankovic. Ricordo che a 15 anni sono andato in pullman a seguire gli Internazionali di Roma, sempre i primi turno perché costano meno. La Jankovic l’ho conosciuta per caso, per una battiuta fatta nella nostra lingua madre". Ma poi la svolta è arrivata in tv: "Ben 17 anni fa su Sky ho visto questo ragazzo (Djokovic appunto, ndr), giocava un tennis molto interessante. Da allora mi sono appassionato a lui, senza perdere un match. Il tennis l’ho sempre seguito: ho cominciato con tornei in Italia (anche San Benedetto e Porto San Giorgio ad esempio) anche i giovani come Quinzi che venivaa a mangiare da noi, l’ho visto crescere". Ma poi la passione per Djokovic ha preso il sopravvento: "Ho pensato di fare qualche striscione per farmi inquadrare e magari anche per scendere sotto, visto che costavano troppo. Ricordo alle Finals di Torino il primo striscione "Molim te reket", tradotto "ti prego una racchetta" 3 anni fa. Poi mi ha firmato la bandiera serba 5 anni fa. Faccio parte dei Nole Fan che lo seguono spessissimo, scriviamo questo slogan ognuno con una lettera, io sono la L. Ricordo che in un torneo i genitori non potevano esserci e facemmo uno striscione con scritto Hvala Vam Puno, "grazie mille a voi", lui ci ha riconosciuto ci ha regalato anche dei gadget". Non mancano ovviamente i cimeli e le storie: "Ci ha firmato otto maglie, quella di Wimbledon non la venderei male e valgono anche tanto. Viaggiare e seguirlo a Londra, Parigi, Montecarlo è costoso e devo lavorare tantissimo, portando via anche tempo alla famiglia. Poi a Londra sono riuscito ad entrare al campo centrale di Wimbledon grazie a Milan Ognenovic, altro grande fan che vive e lavora li. Ho dormito due notte in tenda li davanti per acquistare biglietto a 300 sterline. Un’impresa ma ne è valsa la pena. Emozione unica". E comunque di obiettivi ce ne sono ancora tanti: "Purtroppo non posso andare agli Us Open, poi ci sono le Atp Finals e il sogno restano gli Australian Open. Chiaro che comunque che il sogno è abbracciarlo, il contatto umano con lui che mi riconosce ormai ai tornei, sono una faccia non anonima per lui. E il sogno è anche seguire il tennis e raccontarlo, magari viaggiando con l’aiuto di sponsor che ci sostengono".

Roberto Cruciani