Interventi complessi e mobilità attiva: "Ecco i punti di forza dell’Ortopedia"

I numeri positivi di un reparto all’avanguardia dalle protesi alla traumatologia. Boom di incidenti col padel

Interventi complessi e mobilità attiva: "Ecco i punti di forza dell’Ortopedia"

Interventi complessi e mobilità attiva: "Ecco i punti di forza dell’Ortopedia"

Dal sesto piano dell’ospedale si vede il mare, un reparto ampio e luminoso è quello a disposizione dell’unità operativa di ortopedia, diretta da sei anni dal primario Federico Lamponi. Il direttore dell’Ast di Fermo Roberto Grinta parla di altissima efficienza, con professionisti di alto valore: "I punti di forza di questa unità operativa sono la possibilità di lavorare in team nel dipartimento chirurgico e i dati dell’attività, aumentata dell’8 per cento, così come sono in crescita i ricoveri ad alta complessità e la mobilità attiva". "Sono arrivato proprio il 1 luglio di sei anni fa, spiega l’ortopedico Lamponi, subito ho voluto costruire l’equipe perché il nostro è un lavoro di squadra, c’è una distribuzione dei carichi di lavoro, tutti sono cresciuti individualmente per un settore specifico della chirurgia, prendendo in carico il paziente". Si fanno qui mille e 200 l’anno, comprese le protesi all’anca, al ginocchio, alla spalla e alla caviglia: "Sono incrementati molto gli interventi di revisione delle protesi inserite magari anni fa e che oggi richiedono di essere sistemate. Importante per noi l’ambito traumatologico, i pazienti fratturati d’estate aumentano considerevolmente, per l’attività sportiva o per gli incidenti. La mania del padel per esempio sta creando problemi notevoli, così come gestiamo molte fratture del collo del femore per pazienti anziani, siamo la prima ortopedia delle Marche per numero di interventi in questo senso".

Il focus di Lamponi è proprio l’anca, si riescono a dare risposte in pochissimo tempo e chi si opera torna in piedi in pochi giorni, ovviamente a seconda di casi e di età: "il percorso prevede che si faccia già fisioterapia in reparto, poi fisiatria per 3 settimane a Porto San Giorgio, un mese e si esce sulle proprie gambe. Una fisiatra è in reparto sempre, a gestire il post operatorio e il percorso terapeutico successivo".

Gli indicatori Agenas impongono che si arrivi all’esito per fratture al femore in 48 ore, per almeno il 75 per cento dei casi, Fermo è al 90 per cento. Il secondo indicatore impone almeno 100 interventi l’anno all’anca, al Murri se ne fanno 350: "Abbiamo anche un buon numero di pazienti con terapia rigenerativa che offre una buona risposta nei giovani e permette di ritardare i problemi", spiega Lamponi. Sono 20 i posti letto, sempre pieni, 10 i medici ortopedici in servizio con il primario, uno ne arriverà a breve. Lucia Bartolini è la storica coordinatrice dei 15 infermieri in servizio e dei 9 oss, che si occupano anche di gestire l’ambulatorio e la sala gessi a disposizione dal lunedì al sabato, dalle 8 alle 20: "Mattiamo sempre l’igiene al primo posto, spiega Bartolini, abbiamo un tasso di infezioni bassissimo, grazie anche ad una accurata formazione e la grande attenzione che mettiamo".

Un mese e mezzo l’attesa media per accedere agli ambulatori, il lunedì ci si occupa delle problematiche della spalla, il martedì dell’anca, il mercoledì del ginocchio, il giovedì della mano e del piede, il venerdì per la medicina rigenerativa: "Importante il progetto per la prevenzione dell’osteoporosi, una problematica che va affrontata a tutto tondo con noi ma anche con endocrinologo, ortopedico, fisioterapista, nutrizionista. Così come parteciperemo al progetto regionale per la rete del trauma e per le modalità di gestione rapida delle fratture e delle lesioni", conclude il primario.

Angelica Malvatani