
Il teatro più forte delle bombe: "Così abbracciamo l’Ucraina"
Un viaggio che doveva essere fatto. Il teatro che entra nel cuore della guerra porta sorrisi e sollievo, lo racconta con emozione Marco Renzi, attore, autore, regista di teatro per ragazzi, guida sicura dei festival del fermano dedicato alle famiglie. Da qualche giorno è in Ucraina con il festival Marameo, con altri colleghi e con la voglia di fare qualcosa di significativo. È il progetto che si chiama Teatri senza frontiere e che ogni anno porta attori e registi di teatro per ragazzi nei luoghi più disastrati della terra, Renzi racconta di essere partito con un po’ si preoccupazione in più: "Molti mi chiedono perché lo fai. Per lo stesso motivo per cui negli anni siamo andati nei villaggi sperduti in Etiopia, nelle baraccopoli di Manaus, nei campi rom dell’Albania, negli slam di Nairobi, nelle favelas di San Paolo, nei campi profughi della Bosnia Erzegovina. Per disegnare un sorriso sui volti di chi sta subendo le peggiori ingiustizie di questo mondo, per sentirci esseri umani. Teatri senza frontiere è un sogno, quello di un mondo storto in cui molti lavorano per renderlo migliore, con loro vogliamo stare, per scoprire il senso profondo del mestiere che facciamo e abbracciare chi non ha nulla, per imparare, per dare e per ricevere".
La settimana è iniziata con gli spettacoli a Leopoli, con i laboratori, con gli incontri con le persone che vivono al limite della sopportazione: "Qualche giorno fa abbiamo fatto uno spettacolo in un monastero dove sono accolte 70 persone scappate dai territori occupati, sono donne, bambini, anziani, invalidi a cui è stata strappata la casa e la vita – racconta Renzi –. Al termine una madre mi ha abbracciato e stretto forte, così forte da far uscire le lacrime. Non penso che lo abbia fatto perché lo spettacolo gli fosse piaciuto così tanto, piuttosto per ringraziarci di averli fatti sentire meno soli in questa guerra. Ecco, vogliamo abbracciare più gente possibile". Ci sono anche momenti di preoccupazione, la guerra che si sente vicina:"Ieri notte, per la prima volta nelle nostre vite, abbiamo sentito il boato delle esplosioni, ci sono stati due morti e vari feriti, hanno attaccato Leopoli. Al mattino la vita è ripresa, con gli ingorghi, il traffico, le persone in strada, com’è normale in una città che conta un milione d’abitanti. Anche noi abbiamo ripreso il nostro giro e fatto due spettacoli, uno in una scuola e l’altro in un centro Caritas che accoglie profughi scappati dal sud del Paese. Abbiamo conosciuto tante persone e capito che quello ucraino è un popolo unito e continuerà a resistere".
Con Renzi ci sono Maurizio Stammati, Ruggero Ratti, Marco Pedrazzetti, Noemi Bassani, Stefano Tosi, la Chiesa greco cattolica di Leopoli vigila sulla loro sicurezza, il teatro fa quello che deve fare, consolare, da Fermo verso il mondo intero. Oggi il gruppo è di nuovo in viaggio, verso i luoghi più colpiti dalla guerra, Kherson, Mykolayiv, Dnipro, Zaporizhia, Kharkiv, a portare colori dove la guerra ha spento tutto.
Angelica Malvatani