REDAZIONE FERMO

Il dramma del tumore. Paziente ringrazia i medici:: "Empatici e preparati"

In una toccante lettera una signora ha voluto raccontare il suo cammino difficile e l’aiuto ricevuto dallo staff di Oncologia: "Avete alleviato il dolore".

Il macchinario anti alopecia donato dalla Fondazione Carifermo all’ospedale Murri: la paziente si è detta sollevata quando ha scoperto che non avrebbe perso i capelli a causa della chemioterapia

Il macchinario anti alopecia donato dalla Fondazione Carifermo all’ospedale Murri: la paziente si è detta sollevata quando ha scoperto che non avrebbe perso i capelli a causa della chemioterapia

E’ un reparto abituato a fare i conti con la sofferenza delle persone, per questo è particolarmente emozionante la lettera di una paziente di oncologia che vuole proprio sottolineare l’attenzione ricevuta nel momento più difficile della vita: "Con questa lettera desidero esprimere la mia più sincera gratitudine per il supporto e l’attenzione che mi avete dimostrato durante il mio percorso di cura – scrive la paziente al personale del reparto diretto dall’oncologo Renato Bisonni –. La diagnosi di tumore è stata un evento devastante, ma in voi ho trovato non solo dei professionisti eccezionali, ma anche delle persone capaci di comprendere e rispondere alle paure e alle incertezze". Alla lettera della paziente, fanno seguito i ringraziamenti del direttore Bisonni, del direttore Ast Fermo, Roberto Grinta e del suo personale tutto "che ogni, giorno, senza sosta, si prodiga per assistere pazienti e familiari". La paziente, nella sua missiva, rimarca, infatti, come "tra le tante preoccupazioni che hanno seguito la diagnosi, una delle più angoscianti per me è stata la prospettiva di perdere i capelli. È difficile descrivere quanto questa paura mi abbia turbato, poiché i capelli rappresentano per molti, me compresa, una parte fondamentale della propria identità. Quando mi avete parlato della possibilità di utilizzare un dispositivo anti-alopecia ho sentito una piccola speranza accendersi in me. In quel momento, ho capito che la vostra attenzione non si limitava solo al trattamento della malattia, ma si estendeva anche al mio benessere psicologico, alla mia dignità e al mio desiderio di mantenere una normalità. Non posso fare a meno di sottolineare l’umanità con cui mi avete accompagnato nell’uso di questo dispositivo. Ogni vostra parola, ogni gesto, mi ha fatto sentire ascoltata e rispettata. Il mio grazie – conclude – va oltre: va alla vostra capacità di guardare oltre la malattia e di vedere la persona che c’è dietro, con le sue paure, le sue speranze e i suoi bisogni".