
Per il conferimento dei rifiuti il Comune di Fermo spende una cifra che sfiora i cinque. milioni e 700mila euro
Uno sguardo all’ambiente e uno sguardo al risparmio, un momento per contare e uno per investire sul benessere della comunità. Se ne parlava ieri sera in consiglio comunale dove la discussione si è protratta fino a notte fonda sul rendiconto dell’anno 2024 ma ha avuto anche due punti che toccano da vicino la vita delle persone. Il primo punto discusso su questo riguardava le tariffe Tari, per il conferimento dei rifiuti, un sistema che costa al Comune una cifra che sfiora i 5 milioni e 700 mila euro. Secondo la legge il Comune "può commisurare la tariffa alle quantità e qualità medie ordinarie di rifiuti prodotti per unità di superficie, in relazione agli usi e alla tipologia delle attività svolte nonché al costo del servizio sui rifiuti". Il sindaco Paolo Calcinaro, con l’assessore al bilancio Alberto Scarfini, ha ribadito che la tassa viene ritoccata di pochissimo al ribasso, con un aumento di 6 euro di perequazione, bonus sociale voluto dal Governo con Arera, che con quella risorsa andrà a sostenere i redditi più bassi proprio nel pagamento di questa tassa: "Sarà una misura che si aggiungerà a quanto già facciamo noi per sostenere chi ha l’Isee bassa, chi ha figli che studiano fuori città, siamo sempre molto attenti al peso di questa tassa che però ci consente di mantenere una qualità molto alta di gestione dei rifiuti".
La tariffa varia a seconda degli occupanti in casa e dei metri quadrati dell’immobile, per i privati va da un euro e 10 al metro quadrato fino a 2,76. Per le utenze non domestiche, pagano ovviamente di più le attività che hanno rifiuti di maggior consistenza, sono 10,36 euro a metro quadrato per supermercati e generi alimentari, quasi 8 euro per studi professionali e uffici, 15,56 per ristoranti pizzerie e mense, oltre che banchi di mercato per generi alimentari.
"Ci fa piacere ribadire che per alcuni la Tari si abbasserà, conteniamo al massimo una tassa che comunque si può pagare su tre rate, durante l’anno, cercando sempre di dare risposte a chi è in difficoltà", assicura Scarfini. L’altra discussione che ha tenuto occupato il consiglio riguardava il faticosissimo regolamento di arredo urbano che per il centro storico ha vincoli importanti e consente di migliorare l’aspetto del cuore della città. Dopo vari rinvii dovuti al Covid prima e alle varie emergenze economiche poi, si è arrivati ad una definizione e oggi ad un aggiustamento che va incontro alle esigenze di risparmio emerse in questi anni di caro bollette.
"Riteniamo necessario, al fine di dare un sollecito riscontro alla pressione del caro bollette ai residenti del centro storico di Fermo, di Torre di Palme e dei nuclei minori, estendere all’intero centro storico la possibilità della installazione dei pannelli solari termici/fotovoltaici sui tetti degli edifici pubblici e privati, per questo è stata aggiornata la lista di impianti consentiti", si legge nella delibera.
Il sindaco Calcinaro ribadisce che il provvedimento riguarderà zone che non sono strettamente in centro storico, per le case più centrali occorrerà disporre di un tetto non inclinato e se ci sono i coppi l’impianto dovrà essere adeguato: "Parliamo di aree periferiche del centro storico di Fermo, comprese tra mura di cinta e circonvallazione; e anche sui tetti degli edifici pubblici (non vincolati e di epoca posteriore al 1945) all’interno della cinta muraria del centro storico di Fermo e centri storici minori, destinati a servizi di pubblica utilità, come edilizia scolastica, utilizzando impianti fotovoltaici con "tecnologia invisibile" in conformità con le indicazioni della Soprintendenza, di impatto visivo nullo e perfetta integrazione architettonica, ai fini della salvaguardia del paesaggio e dei caratteri identitari del contesto storico. Prevista anche la introduzione di colonnine di ricarica elettriche per bici e autovetture".
Angelica Malvatani