’Il Caminetto’ ha fatto la storia. Dalla morte di Beni a Liedholm

Nell’hotel ristorante creato da Mario Bagalini mezzo secolo di cucina, fatti di sport e di cronaca .

’Il Caminetto’ ha fatto la storia. Dalla morte di Beni a Liedholm

’Il Caminetto’ ha fatto la storia. Dalla morte di Beni a Liedholm

Compie 50 anni l’hotel ristorante “Il Caminetto” di Porto San Giorgio. Una struttura, quella creata da Mario Bagalini, in cui si è snodato mezzo secolo di storia del territorio, tra buona cucina, fatti di sport e di cronaca. E’ il giugno del 1974 quando il sangiorgese Bagalini, insieme al concittadino Egidio Cappelli, decide di intraprendere questa avventura aprendo il ristorante “Il Caminetto” nella vecchia sede all’angolo tra via Gramsci e piazzale Beni.

"Forti della nostra esperienza maturata all’hotel ‘Il Gabbiano’ – racconta Bagalini – decidemmo di aprire un’attività tutta nostra. Erano momenti di boom economico e questo territorio era il fulcro del centro calzaturiero emergente. Così il nostro ristorante è diventato punto d’incontro tra gli imprenditori calzaturieri nostrani, rappresentanti, modellisti, nonché i colossi economici provenienti da tutta Italia e da tutto il mondo, attirati e affascinati da questa nuova realtà. Io e il mio ex socio siamo stati insieme dal 1974 al 1976, poi lui ha preso un’altra strada e io ho continuato insieme a mia moglie, Oriella Baglioni, finché nel 1979 abbiamo acquistato la vecchia pensione “Erminia”, trasformando il tutto in hotel ristorante. Nel 1982 infine siamo approdati nella nuova sede, quella attuale, sul lungomare sud".

Il momento più brutto per Bagalini e la storia del suo locale è quello legato alla tragica vicenda in cui, durante uno scontro a fuoco, perse la vita l’appuntato dei carabinieri Alfredo Beni, a cui sono dedicati il piazzale dove si trovava la vecchia sede del ristorante e la caserma sede del Comando provinciale dell’Arma: "E’ stata una vicenda che mi ha segnato profondamente, ma da cui ho tratto insegnamento e dalla quale ho imparato a non mollare mai. Era il 27 maggio del 1977 quando, intorno alle 22, entrarono sei persone chiedendo un tavolo per mangiare. Non potevo lontanamente immaginare che fossero i componenti del Clan dei Catanesi. Nel locale c’era l’allora comandante della Compagnia di Fermo, il capitano Aiosa, che aveva notato qualcosa di sospetto e aveva allertato una pattuglia chiedendo di effettuare un controllo. All’uscita del locale, però, iniziò una drammatica sparatoria in cui rimase ucciso l’appuntato Beni e ferito il capitano Aiosa. Fu l’inizio di una tragica notte, che terminò a Civitanova con la morte di un altro carabiniere, il maresciallo Sergio Piermanni, e l’uccisione di quattro dei componenti del sodalizio criminale. Gli altri due furono arrestati. E’ stato il mio cameriere a soccorrere Beni e caricarlo in macchina per portarlo in ospedale. Purtroppo spirò poco prima di arrivare".

Ma la storia de “Il Caminetto” è contrassegnata soprattutto da bei ricordi e eventi scolpiti nella memoria. Tra tutti, quelli legati alle tante squadre di calcio che hanno scelto la struttura ricettiva sangiorgese per le loro trasferte: "La prima compagine che ospitammo, nel 1982, fu la Roma di Liedholm, che poi vinse il campionato. Per noi diventò una sorta di talismano e anche per il grande allenatore svedese, che andò al Milan e portò qui anche la sua nuova squadra. Poi, via via, vennero qui anche Juventus e Torino".

Fabio Castori