Il senso della resilienza dimostrata dagli imprenditori calzaturieri dell’Emilia Romagna e delle Marche è stata perfettamente sintetizzata dal presidente nazionale di Assocalzaturifici Valentino Fenni: "Nella stragrande maggioranza dei casi le nostre aziende ci sono state tramandate dai nostri genitori e dai nostri nonni. Conosciamo i nostri dipendenti uno a uno le loro storie e le loro competenze e professionalità. Insieme portiamo avanti ogni giorno le nostre aziende e neanche questa difficile e impegnativa crisi che stiamo affrontando ci fermerà. Noi, tutti insieme, vogliamo continuare a produrre calzature nei nostri distretti". Fenni, una volontà che vi induce a mantenere inalterati i livelli occupazionali?
"Certamente, adesso le aziende fanno ricorso alla cassa integrazione che viene attivata per far fronte ad un evidente e preoccupante calo della produzione. Con questo ammortizzatore sociale, però, le maestranze continuano a rimanere alle dipendenze delle nostre aziende e non perdiamo quel patrimonio di conoscenze e competenze che ci servirà quando ci sarà, speriamo prima possibile e comunque entro il 2025, la ripresa. Per questo motivo chiediamo al Governo un’estensione della cassa integrazione per far fronte ad una richiesta che è più del doppio rispetto allo stesso periodo dello scorso anno".
Come giudicate l’attuale situazione congiunturale?
"La situazione è tragica è ci preoccupa sempre di più. In questo periodo è iniziata la stagione delle vendite con segnali molto negativi. Le vendite della collezione estiva, complici le condizioni meteo, non è andata secondo le aspettative. In pratica il caldo è arrivato quasi a ridosso delle vendite promozionali e questo ha condizionato le scelte di acquisto dei clienti. Poi, per quanto riguarda le calzature estive, molte sono d’importazione e noi su alcune tipologie non siamo competitivi. In questo periodo anche i brands del lusso sono alle prese con una difficile crisi e questo si riflette anche nei confronti delle aziende contoterziste".
È opportuno un coinvolgimento delle istituzioni?
"Dobbiamo far sentire la nostra voce nei tavoli istituzionali. La scorsa settimana Confindustria Fermo insieme alle altre associazioni di categoria, al presidente della Regione Marche, Francesco Acquaroli, l’assessore Andrea Maria Antonini e Gino Sabatini presidente della Camera di Commercio delle Marche hanno partecipato al tavolo di confronto sull’emergenza della crisi del sistema moda istituito dal ministro Adolfo Urso. In quella circostanza sono state avanzate varie richieste e tra queste la definitiva decisione sull’applicazione del credito d’imposta oltre all’ipotesi di rimodulare l’Accordo di programma dell’area di crisi fermano-maceratese, in capo alla legge 181/89 sul rilancio delle aree industriali colpite da crisi, in modo da estendere i finanziamenti a una platea più ampia di imprese beneficiarie. È importante il coinvolgimento non solo del distretto calzaturiero marchigiano ma anche degli altri distretti italiani con la consapevolezza che insieme possiamo superare la crisi".
Tra pochi giorni inizia il Micam con quale spirito affronterete la rassegna?
"Con la solita voglia e determinazione. Abbiamo preparato collezioni bellissime e particolarmente innovative. La rassegna milanese rappresenta per noi una grande opportunità che speriamo di cogliere nel migliore dei modi ovviamente incrociando le dita".
Vittorio Bellagamba