Aveva atteso il momento propizio, poi aveva sfondato la vetrata ed era entrato in azione. Aveva dovuto però fare i conti con l’arrivo tempestivo dei carabinieri, che erano immediatamente piombati sul posto e, nonostante il tentativo di fuga, avevano arrestato il giovane. In manette era finito un anconetano di 27 anni di origini foggiane, già noto alle forze dell’ordine, che, è finito alla sbarra e, conclusione del processo, è stato condannato a tre anni e due mesi di reclusione per il reato di furto aggravato.
Il colpo era stato messo a segno la notte ai danni dell’autoscuola Car di Porto San Giorgio, in via Montebello, zona piazza Gaslini. Erano da poco passate le due di notte quando il giovane ladro, dopo aver spaccato la vetrata d’ingresso, si era introdotto nei locali dell’autoscuola con un obiettivo ben preciso: la cassa dove era stata depositata una somma di denaro, esattamente 1500 euro.
Nel frattempo, però, era scattato l’allarme antifurto e la centrale operativa del Comando provinciale dell’Arma aveva subito allertato le pattuglie in zona. I militari di Porto San Giorgio avevano dunque prontamente raggiunto l’autoscuola in pochi secondi e il 27enne era stato sorpreso mentre si trovava ancora all’interno.
Alla vista dei carabinieri, il giovane aveva tentato la fuga ma, con un’azione repentina, i militari dell’Arma erano riusciti a bloccarlo subito dopo, nonostante la resistenza opposta dal malvivente. Il ladro era quindi stato arrestato in flagranza di reato e condotto in caserma dai militari.
La refurtiva, nel frattempo, era stata interamente recuperata e restituita al legittimo proprietario, ovvero il titolare dell’autoscuola. Il 27enne, dopo una notte nella camera di sicurezza della caserma dei carabinieri, era comparso la mattinata seguente davanti al giudice del tribunale di Fermo per l’udienza di convalida dell’arresto per il reato di furto aggravato che gli era stato contestato. Gli investigatori non si erano accontentati però e avevano continuato ad indagare per mesi e in modo minuzioso sul caso, convinti che a fare da palo al giovane finito alla sbarra ci fosse un palo, ma non hanno mai trovato elementi utili per identificare un eventuale complice.
Fabio Castori