FABIO CASTORI
Cronaca

Fratelli alla sbarra. Associazione a delinquere e traffico di droga

Erano alla guida di una potente organizzazione internazionale composta da albanesi e italiani: all’apparenza titolari di una rivendita di auto ma dietro questa copertura si celava la loro vera attività di boss

Erano alla guida di una potente organizzazione internazionale composta da albanesi e italiani

Erano alla guida di una potente organizzazione internazionale composta da albanesi e italiani

Fermo, 6 giugno 2024 – Apparentemente erano i titolari di una rivendita di auto ma, dietro a questa copertura, si celava la loro vera attività di boss della droga alla guida di una potente organizzazione internazionale composta da albanesi e italiani. La banda era stata sgominata con la maxi operazione "Doppio Gioco" della Guardia di Finanza, coordinata dalla Dda, Direzione distrettuale antimafia di Ancona. In manette erano finite 12 persone, tra cui i personaggi di spicco del sodalizio criminale, i due fratelli albanesi Etmond e Klenis Qevani, di 47 e 39 anni, residenti a Porto Sant’Elpidio e titolari di un autosalone. I due, a conclusione delle indagini, sono stati rinviati a giudizio e saranno processati per associazione a delinquere finalizzata al traffico internazionale e allo spaccio di cocaina e hashish. Il blitz era scattato all’alba del 29 giugno 2023 nelle Province di Fermo, Macerata, Ancona, Pesaro-Urbino e Frosinone, oltre che in Albania, Belgio e Spagna, e aveva visto impegnati 100 militari delle Fiamme Gialle con il supporto dello Scico, Servizio centrale di investigazione sulla criminalità organizzata e delle polizie albanesi, belghe e spagnole.

La complessa indagine, partita da Porto Sant’Elpidio dopo il sequestro di 20 chili di cocaina, aveva permesso di ricostruire l’attività e la struttura di una compagine criminale con base operativa nella cittadina della costa fermana e con ramificazioni sul territorio nazionale ed europeo, composta prevalentemente da persone di origine italiana e albanese, dedita all’importazione di ingenti quantitativi di sostanze stupefacenti. I primi passi dell’operazione, però, avevano preso il via nel 2020 quando, nell’ambito di un’altra indagine condotta dal Gico, era emersa la figura di un ex collaboratore di giustizia di origini campane, noto alle cronache nazionali, responsabile di un nutrito gruppo di spacciatori italiani attivi in tutte le Marche. Da lì gli investigatori avevano ricostruito la filiera della droga, prevalentemente cocaina, che, grazie ad una potente organizzazione di matrice albanese, veniva importata con regolarità. Le menti dell’associazione criminale erano a Porto Sant’Elpidio, ed erano i due fratelli Qevani: Klenis, che aveva fiutato il pericolo, era riuscito a fuggire, ma era stato catturato in Belgio, Etmond era stato invece arrestato nel Fermano.

L’attività delle Fiamme Gialle, condotta attraverso le più moderne tecniche investigative, aveva consentito di individuare i soggetti di più elevato spessore criminale, di matrice albanese, che erano al vertice dell’organizzazione e che si servivano della complicità di corrieri con auto dotate di doppiofondo per trasportare quintali di cocaina e hashish che giungevano a Porto Sant’Elpidio per poi essere distribuiti in tutte le province marchigiane e del centro Italia. Nel corso delle indagini, oltre alle 12 persone finite in manette, erano stati arrestati altri 8 corrieri, sequestrati oltre 50 chili di cocaina e 5 vetture munite di doppiofondo, ricostruiti traffici per circa 700 chili tra cocaina e hashish, per un giro d’affari complessivo, al dettaglio, pari a 35 milioni di euro. Ulteriori indagini avevano evidenziato una significativa sproporzione tra i beni nella disponibilità degli arrestati e la loro capacità reddituale, così, condividendo le ricostruzioni patrimoniali dei finanzieri, il gip aveva disposto il sequestro preventivo delle auto delle società, beni mobili e immobili riconducibili ai capi dell’organizzazione per un valore complessivo pari a oltre un milione di euro.