Focus su Ginecologia. Medico non obiettore e nuovo macchinario:: "Un reparto al top"

La coordinatrice Lucia Ercoli: "Importante che anche a Fermo ci sia possibilità per le donne che vogliono portare avanti l’Ivg". Il primario Scartozzi: "Finalmente siamo in pari dopo il Covid".

Focus su Ginecologia. Medico non obiettore e nuovo macchinario:: "Un reparto al top"

La coordinatrice Lucia Ercoli: "Importante che anche a Fermo ci sia possibilità per le donne che vogliono portare avanti l’Ivg". Il primario Scartozzi: "Finalmente siamo in pari dopo il Covid".

Lucia Ercoli è da una vita dietro le quinte del lavoro intenso e appassionate della ginecologia, una volta si chiamavano caposala, oggi sono coordinatrici del reparto e davvero sulle loro spalle c’è un meccanismo che deve funzionare in ogni passaggio. Cresce in maniera costante e ormai da anni il lavoro del reparto, spiega Ercoli, da maggio a Fermo si può fare anche l’interruzione di gravidanza, grazie all’impegno di un medico non obiettore che arriva da fuori per garantire il servizio: "Non abbiamo avuto una grande richiesta ma è già un fatto importante che anche Fermo si apre alle donne che vogliono portare avanti questa scelta – spiega la coordinatrice – le donne che si rivolgono a noi per le diverse problematiche sono in costante aumento, con una complessità di interventi molto importante".

"E’ chiaro che l’anno del Covid e il personale risicato soprattutto per quanto riguarda il settore degli anestesisti ha allungato di qualche mese i tempi di attesa ma siamo in grado di operare per classi di priorità, chi non può aspettare viene ovviamente preso in carico in tempi brevissimi. Posso dire che abbiamo una sicura eccellenza, in un reparto – dice ancora – in crescita continua". Il primario Scartozzi conferma: "Abbiamo tre sedute operatorie la settimana, stiamo recuperando i tempi di attesa e nel contempo recuperiamo utenza anche per l’aspetto ostetrico. Vedo molto interesse nella ripresa dell’attività pediatrica e anche l’avvio delle interruzioni di gravidanza è un fatto storico".

E’ quindi il contesto giusto per festeggiare le buone notizie per Ginecologia il chiostro su cui si affacciano gli uffici della direzione dell’azienda sanitaria fermana. Qui il direttore generale Roberto Grinta racconta anche di un nuovo risultato, ottenuto ancora una volta grazie al supporto e alla vicinanza concreta della Fondazione Carifermo: "Possiamo oggi contare su un nuovo strumento in 3D che va a potenziare il percorso tecnologico, l’ennesimo dono e non è nemmeno l’ultimo che la Fondazione ci fa per quest’anno. E intanto noi prepariamo le delibere per l’acquisto dei primi macchinari che arriveranno per il nuovo ospedale di Campiglione, la Tac, l’angiografo e i nuovo test da letto". Il presidente della Fondazione Giorgio Girotti Pucci parla di quella che è l’azione più significativa, a sostegno della sanità locale: "Ci vediamo spesso e questo sottolinea la forte collaborazione che c’è. Stavolta abbiamo acquistato uno strumento di grande importanza per la visione laparoscopica in 3 dimensioni con una risoluzione eccezionale che va beneficio del paziente". E’ proprio il primario di ginecologia Alberto Scartozzi, che quello strumento userà, che spiega: "Il primo strumento laparoscopico su cui abbiamo potuto contare, già nel 2015, è arrivato grazie alla Fondazione, con il compianto ingegner Grilli e Alberto Palma, oggi proseguiamo su quella strada e siamo in grado di operare anche su zone di solito difficili da raggiungere, valutando nel contempo lo stato vascolare e evidenziando per gli aspetti oncologici i linfonodi sentinella".

"Quella che riceviamo grazie all’apparecchio è una immagina simile a quella robotica, realistica e assolutamente efficace, utile a ridurre ulteriormente i tempi di recupero e di ricovero delle pazienti". La parte tecnica per l’azienda è curata da Elisa Bitti: "Oggi l’ospedale ha tutte le colonne laparoscopiche con visione ad altissima definizione, presto arriverà anche il robot operatorio. Il coordinatore, Renato Rocchi spiega che oggi si implementa la capacità di risposta nei confronti dei cittadini "ma anche le competenze del nostro personale infermieristico di sala operatoria che sostiene gli sviluppi tecnologici", mentre il coordinatore di sala operatoria Carosi sottolinea che con gli interventi in laparoscopia così avanzata si va a casa in 48 ore, al massimo 72, riducendo anche i tempi dell’intervento e dunque dell’anestesia. Aumentano gli interventi a ginecologia, sempre più complessi, aumentano anche i parti, in un contesto di generale denatalità, indispensabile dunque la collaborazione con la primaria di pediatria, Veronica Albano: "Una fortuna poter contare su una struttura per ginecologia così forte e all’avanguardia", conclude la dottoressa Albano.

Angelica Malvatani