MARISA COLIBAZZI
Cronaca

Focolaio Malta, ragazzo di Porto Sant'Elpidio contagiato: "Ora è un incubo"

Lo studente positivo al Covid durante un viaggio dopo la maturità. L’amico vaccinato sta bene: senza di lui non torno a casa

Da sinistra, Alessandro Federici e Paolo Cognigni

Porto Sant'Elpidio (Fermo), 13 luglio 2021 - Lo ricorderanno a lungo il loro viaggio della maturità i due ragazzi di Porto Sant’Elpidio che si sono ritrovati, loro malgrado, a combattere contro una burocrazia e una sanità complesse, caotiche nell’era delle vacanze segnate dal Covid. Si trovavano a Malta quando uno dei due, sabato, ha accusato un po’ di febbre e mal di gola. Subito è scattato il tampone prima del ritorno a casa che è risultato positivo. E’ cominciata da questo momento una serie impressionante di vicissitudini nelle quali i due ragazzi elpidiensi stanno cercando di districarsi per avere un aiuto e le giuste cure. I protagonisti sono Alessandro Federici (18 anni, maturità scientifica, nessuna dose di vaccino e divenuto positivo al Covid) e il compagno di viaggio, Paolo Cognigni (19 anni, diplomato all’Itet, con green pass e tampone negativo).

Variante Delta Marche: quanti sono i casi. Si rischia la zona gialla? Scoperto di essere stato contagiato "ad Alessandro serviva una Tachipirina (la domenica, a Malta le farmacie sono chiuse, ndr) e un dottore. Non abbiamo avuto né l’uno, né l’altro – racconta Paolo – per cui il mio amico è rimasto due giorni senza terapia. Neanche i genitori sono riusciti a fargli avere una semplice aspirina". «E’ scandaloso": gli fa eco dall’Italia, Marica Marsili, la mamma di Alessandro che da domenica sta contattando l’Ambasciata, senza grossa fortuna: "Ci rendiamo conto che non si riesce a far arrivare una Tachipirina a Malta? Che non si riesce a trovare nessuno per una vista a mio figlio? E’ grottesco". L’unico aiuto su cui i due ragazzi hanno potuto contare è arrivato da una dipendente dell’hotel che parla italiano e ha chiamato dottori e ospedali. Ma, risultati zero. Paolo si è poi rivolto all’Ambasciata: "Ci hanno dato i numeri di un centralino cui rivolgermi, consigliandoci di chiamare l’ospedale perché a loro risultava che c’erano posti. Non era così. Gli ospedali (anche i Covid hospital; ndr) erano pieni e le ambulanze indisponibili, così come i taxi per pazienti Covid. Solo stamattina (ieri, ndr) ne abbiamo trovato uno libero".

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Ma non è finita qui. "Poiché all’ospedale non rispondeva nessuno – prosegue la mamma – lo hanno indirizzato in una clinica dove, però, non potevano fare niente perché non c’erano i medici. In una seconda clinica, poiché era positivo al Covid, non l’hanno fatto neanche entrare". Alessandro adesso è in albergo, chiuso nella sua stanza e oggi i due ragazzi devono fare il check-out: la mamma sta cercando una soluzione logistica alternativa. "Io potrei rientrare – sottolinea Paolo –, ma non voglio lasciare Alessandro che sta un po’ meglio da solo in questo caos. In Italia avremo di sicuro tanti problemi, ma, al confronto, dal punto di vista sanitario siamo all’avanguardia".