Fermo, 17 ottobre 2024 – Diciotto mesi di carcere e dieci anni di divieto di ingresso in Francia. Il pm francese ha chiesto alla Corte d’Appello di Grenoble che venga aumentata di sei mesi la pena inflitta in primo grado a Sohaib Teima, il 21enne fermano di origini egiziane sospettato dell’omicidio della compagna Auriane Laisne, 22enne di Lione, e sotto processo anche per violenza domestica e minacce nei confronti della ragazza. Gli avvocati difensori dell’imputato hanno invece chiesto l’assoluzione e la scarcerazione del giovane fermano. Il presidente della Corte si è riservato la decisione e ha fissato la data della sentenza per il prossimo 13 novembre. Nel corso dell’udienza è stato nuovamente ascoltato l’imputato che ha risposto con molta serenità a tutte le domande dei giudici spiegando ancora una volta di non aver mai fatto del male alla sua ex fidanzata. A confermare questa tesi anche la testimonianza di una collega della vittima, che lavorava nello stesso locale di intrattenimento a Vienna. La ballerina, chiamata a come testimone dai legali delle famiglia della vittima, ha dichiarato di non aver mai assistito a scenate di gelosia tra i due e che Teima non è mai stato violento, né ha mai minacciato Auriane. La difesa ha ulteriormente negato ogni violenza e si è soffermata sul profilo della vittima, presentando una serie di documenti e messaggi scritti che potrebbero scagionato Teima.
Si tratta perlopiù di messaggi ed email che la giovane francese avrebbe inviato al suo ex fidanzato, scusandosi di averlo denunciato e di essere stata costretta dal padre a farlo. Contro la strategia difensiva il pubblico ministero ha nuovamente presentato tre certificati medici e due denunce per dimostrare i maltrattamenti subiti dalla ragazza e ha parlato di comportamenti aggressivi di Teima. Ancora più categorico l’avvocato della famiglia della vittima che ha ribadito le continue sopraffazioni psicofisiche da parte del giovane fermano. Presenti al processo anche i familiari della vittima che già in primo grado si erano costituiti parte civile attraverso il loro legale. In aula anche Atika, la mamma dell’imputato, che è rimasta soddisfatta dell’andamento dell’udienza: "Questa volta i giudici hanno ascoltato i nostri avvocati e hanno finalmente acquisito le memorie difensive e le prove che in primo grado erano state rigettate. E’ stata un’udienza più serena, dove tutti hanno potuto parlare e chiarire. Ora mi auguro che questo clima possa essere proiettato anche nella decisione della Corte, che mio figlio possa essere assolto e scarcerato, per poi essere rimpatriato. Una volta in Italia potremo affrontare con più chiarezza e con i mezzi giusti l’accusa di omicidio per la quale il mio Sohaib si è sempre dichiarato innocente". Dopo il processo, il giovane è stato ricondotto in carcere in attesa di capire se dovrà scontare la pena in Francia e quando potrà essere estradato in Italia, come richiesto dalla Procura di Aosta, in quanto gravemente indiziato dell’omicidio della compagna.