FABIO CASTORI
Cronaca

Falsifica due testamenti: tutore incassa eredità milionaria ma finisce nei guai

L’amministratore di sostegno dell’anziano defunto è stato rinviato a giudizio, le perizie hanno attestato che i documenti erano contraffatti. Intanto aveva investito il denaro in titoli poi sequestrati dalla Finanza

Falsifica testamento, tutore nei guai (foto di repertorio)

Falsifica testamento, tutore nei guai (foto di repertorio)

Fermo, 26 marzo 2025 – Aveva falsificato due testamenti per intascare un’eredità da un milione e ottocentomila euro. Per questo motivo un 65enne di Montegranaro, nominato amministratore di sostegno di un anziano defunto, è stato rinviato a giudizio. L’uomo dovrà ora comparire davanti al tribunale di Fermo per rispondere dei reati di falsità in testamento olografo, falsità materiale commessa dal privato e falsità materiale commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici, per aver falsificato un atto pubblico avente rilevanza giuridica.

L’indagine, condotta dalla Guardia di Finanza e coordinata dalla Procura della Repubblica di Fermo, aveva preso il via a seguito di una denuncia presentata dall’erede legittimo del defunto. L’attività dei militari delle Fiamme Gialle fermane avevano consentito di accertare, attraverso mirati approfondimenti e puntuali perizie grafologiche-calligrafiche, la falsità dei testamenti pubblicati a seguito della morte dell’assistito del 65enne veregrense. In particolare, a distanza di circa un mese dal decesso dell’anziano, sottoposto ad amministrazione di sostegno a causa del suo stato vegetativo e dell’incapacità di intendere e di volere, erano stati pubblicati due testamenti a cura dello stesso amministratore di sostegno, nonché cugino del defunto. Dalla lettura dei testamenti era risultato che l’assistito aveva nominato, con il primo testamento, il suo stesso amministratore di sostegno in qualità di erede universale e con il secondo la moglie dell’amministratore, in qualità di beneficiario di una polizza vita, in sostituzione dei beneficiari precedentemente indicati nella polizza.

All’interno del primo testamento, era stato espressamente indicato che la designazione ad erede universale dell’amministratore di sostegno era motivata dalla vicinanza e l’assistenza che gli aveva garantito negli ultimi anni della sua esistenza. Mediante una specifica consulenza grafologica-calligrafica disposta dall’autorità giudiziaria su richiesta delle Fiamme Gialle, era stata appurata la falsità dei testamenti, che sarebbero stati posti in essere dall’amministratore di sostegno di proprio pugno, simulandone la redazione da parte del cugino ormai defunto. Le sottoscrizioni apposte sui due documenti olografi, perfettamente sovrapponibili, secondo quanto emerso dalla perizia disposta, potrebbero essere state riprodotte dallo stesso amministratore, per imitazione, usando a modello la firma in calce alla carta d’identità del defunto.

Una volta acquisito in maniera fraudolenta il patrimonio di 1,8 milioni di euro, apparentemente espressione delle ultime volontà del defunto, l’erede illegittimo e la sua famiglia avevano posto in essere una serie di operazioni finanziarie diversificate, investendo in titoli una parte della somma: le capillari indagini dei finanzieri del Gruppo di Fermo, anche mediante accertamenti bancari, avevano consentito di identificare tutti i flussi di denaro incamerati grazie alla condotta illecita. A seguito di un provvedimento cautelare emesso dal gip, su richiesta del pubblico ministero titolare delle indagini, il denaro presente sui conti e i valori mobiliari acquistati, erano stati sottoposti a sequestro. Il 65enne era stato denunciato alla Procura della Repubblica di Fermo.