REDAZIONE FERMO

Donna di Civitavecchia condannata a 5 anni per estorsione in relazione online

Una 40enne di Civitavecchia ha estorto migliaia di euro a un uomo conosciuto online, condannata a 5 anni di reclusione.

Continue richieste di soldi. Condannata per estorsione

L’indagine della polizia

Inventava pretesti di ogni genere per estorcere denaro all’uomo con cui aveva un flirt ed era perfino arrivata a raccontare di essere stata ricattata da un’amica che minacciava di diffondere le loro foto hard. Alla fine però la donna, originaria del Lazio, era stata smascherata dai poliziotti della squadra mobile che le avevano teso un tranello all’uscita del casello autostradale di Porto San Giorgio.

Nei guai era finita una 40enne di Civitavecchia che è stata chiamata alla sbarra e, a conclusione del processo è stata condannata a cinque anni di reclusione per il reato di estorsione. Nel corso dell’istruttoria era stata ricostruita la storia a partire da quando era cominciata la relazione tra un fermano e la donna laziale che si erano conosciuti attraverso i social. In principio era stata una bella amicizia proseguita poi, anche se in forma discontinua, in un rapporto più personale.

Lei, ad un certo punto, aveva cominciato a chiedere somme di denaro all’uomo, rappresentando prima piccole esigenze improvvise. Le somme erano state chieste in prestito con la promessa di restituirle non appena possibile. Dopo le prime centinaia di euro elargite, fino a raggiungere la somma di alcune migliaia di euro, la 40enne si era inventata richieste e giustificazioni connesse a situazioni sempre più gravi che avrebbero potuto determinare serie conseguenze anche fisiche.

Era nata così la richiesta di alcune migliaia di euro per pagare il dichiarato debito con un amico causato dalla perdita di numerose dosi di sostanza stupefacente, debito per il quale la donna aveva ricevuto chiare minacce di violenza fisica dai trafficanti. Anche in questa occasione l’uomo si era prodigato per reperire almeno parte delle somme. Dopo aver ottenuto continuamente i bonifici richiesti, lei aveva continuato ad inventare altri motivi per spillare denaro all’uomo, arrivando a confessare che alcune loro foto intime erano state sottratte dallo smartphone da una falsa amica che pretendeva una cospicua somma di denaro per non divulgarle sui social.

Altri soldi racimolati e consegnati. La fantasia della donna era arrivata fino al punto di chiedere altre somme per potersi curare dagli effetti del covid, in un reparto di terapia intensiva presso il nosocomio di un paese extracomunitario nel quale le prestazioni sanitarie erano a pagamento. Altro bonifico. Poi era tornata alla carica con le minacce di morte ricevute dall’organizzazione criminale proprietaria della droga perduta e un appuntamento al casello autostradale di Porto San Giorgio per la consegna del denaro.

Gli uomini della squadra mobile, ai quali la vittima aveva raccontato le proprie vicende, avevano predisposto uno specifico servizio, presidiando in entrata ed uscita la zona dell’A14. All’appuntamento, però, non erano arrivati i componenti dell’organizzazione criminale, ma solo lei che, alla vista dei poliziotti, aveva tentato la fuga. Una volta bloccata e perquisita le erano state trovate addosso le carte ricaricabili sulle quali l’uomo le aveva versato migliaia di euro, ma soprattutto alcuni telefoni cellulari che avevano permesso agli investigatori di accertare che i messaggi e le telefonate delle asserite minacce della criminalità erano state inviate dalla donna, e da un complice mai identificato.

Fabio Castori