Una struttura di cui c’era un grande bisogno, in un tempo in cui i giovani sono sempre più fragili. La struttura riabilitativa ’Torre dei Germogli’ affronta i disturbi del comportamento alimentare negli adolescenti, in convenzione con il servizio sanitario nazionale e una organizzazione aperta a tutto il territorio nazionale. Oggi le richieste di ricovero di casi molto seri sono continue e sempre in aumento, come spiega il presidente della Torre dei Germogli, Mario Volpini: "La nostra cultura sanitaria assistenziale è spostare l’attenzione dalla malattia alla salute, utilizzando le capacità innate di autoguarigione e sfruttando strumenti innovativi come l’intelligenza artificiale per facilitare il percorso di recupero". Nella sostanza, si punta sulle risorse straordinarie che ogni adolescente ha, che possono essere rafforzate attraverso un supporto adeguato e condizioni favorevoli.
Qual è il vostro target? Chi state seguendo?
"Attualmente stiamo seguendo vari minori, adolescenti donne, intorno ai 15 anni, provenienti da varie regioni italiane già con un percorso di cura molto difficili, punteggiati da altrettanti fallimenti, con numerosissimi ricoveri ospedalieri o presso strutture intensive anche di natura psichiatrica. La nostra struttura, accreditata dalla Regione Marche, rappresenta un punto di riferimento unico in Italia per la riabilitazione di minori affetti da disturbi della nutrizione, accogliendo ragazzi a partire dagli 11 anni e offrendo interventi precoci e mirati. Tuttavia, rileviamo una discrepanza che merita attenzione: nonostante la nostra specializzazione e il numero di casi che, secondo le stime, dovrebbero emergere, sembrerebbe che nella Regione ci sia una bassa visibilità di minori affetti da questi disturbi".
Secondo Volpini non si arriva ai ricoveri nelle Marche per una serie di motivi: per una consapevolezza delle cure e dei servizi da parte delle famiglie, per la capacità delle strutture territoriali di contenere l’emergenza ma anche per il ricorso ai ricoveri nei reparti di psichiatria per brevi periodi, con successivi rientri a casa che, in alcuni casi, potrebbero lasciare le famiglie a gestire il carico riabilitativo con risorse limitate. L’obiettivo è costruire una rete integrata che preveda il supporto della struttura che si trova a Torre San Patrizio, nei casi più gravi e fino al completo recupero della persone, non solo per la gestione della fase emergenziale.