di Agelica Malvatani
C’è stato il tempo della didattica a distanza, della mancanza di abbracci, niente sport, niente pizza con gli amici, nessun contatto, solo il divano, il letto e il computer. Oggi arriva il conto e il prezzo da pagare è altissimo, per i ragazzi che hanno dai 13 ai 17 anni. Sono gli adolescenti, giovanissimi alle prese con il cambiamento, la crescita del corpo, la formazione dei sentimenti. La mancanza dei coetanei lascia ferite che oggi stanno dando segnali preoccupanti, come raccontano alcune mamme alle prese con la depressione dei loro figli: "Ho un ragazzo di 15 anni - dice una di loro - in pratica la sua scuola superiore è stata quasi tutta a distanza e lui non è riuscito a trovare il filo. Non conosceva i suoi compagni, si sentiva solo, non prestava attenzione alle lezioni fino a decidere di smettere del tutto di seguirle. Ha perso interesse per la scuola, completamente, e quando ci sono state le parziali riaperture lui era già oltre, non è voluto tornare. Oggi piange sempre, dice che non ce la fa più a vivere, che non gli piace niente. Non ha voglia di uscire, non stringe amicizie. Noi non sappiamo più cosa fare, non usciamo di casa per paura di lasciarlo solo, siamo veramente disarmati".
Sono giorni sospesi per tutti, in un pellegrinaggio tra il medico di famiglia, lo psicologo, cercando un appuntamento con un neuropsichiatra: "Facciamo fatica a trovare risposte - prosegue la signora -, a volte ci sentiamo quasi colpevolizzati per il malessere di nostro figlio, quando tutto quello che abbiamo fatto è stato cercare di stargli vicini. Sono stati mesi difficili, il suo animo sensibile non ha retto e tutto si è rotto dentro di lui, ma noi abbiamo bisogno di aiuto e non sappiamo a chi rivolgerci".
Un discorso da affrontare a più livelli quello del malessere degli adolescenti, ciascuno di loro è come una bomba a orologeria pronta ad esplodere nel disagio di una distanza non più sopportabile. "E’ come se la fascia d’età dei nostri figli sia stata dimenticata - racconta la mamma di una diciassettenne -, la psicologia a scuola c’è solo per brevissimi periodi e non è risolutiva, un professionista privato ha costi molto alti e non riusciamo a coprirli. Il risultato è che nostra figlia, che tra l’altro subisce anche i cambiamenti ormonali del suo corpo, è precipitata in una depressione profonda. Anche lei ha lasciato la scuola, sta chiusa in una stanza con le persiane chiuse". Un’emergenza vera, una generazione da ricostruire, da qui in poi.