Dimissioni di massa, decade il Consiglio

Mai sopiti i malumori per il rimpasto di giunta, nelle ultime ore l’accelerazione. L’ormai ex presidente Terrenzi: "Triste giornata per la città"

Dimissioni di massa, decade il Consiglio

Dimissioni di massa, decade il Consiglio

Dire che la caduta del sindaco Alessio Pignotti e della sua amministrazione a neanche due anni e mezzo dalle elezioni sia stata un fulmine a ciel sereno non è corretto. Di sfiducia si parla da qualche settimana e la causa scatenante è stata il rimpasto di giunta che i tre consiglieri di maggioranza Marco Maria Lucidi (Con voi), Francesco Tofoni (La scelta giusta) e Maria Mariani (Per Sem) non avevano condiviso e non ne avevano fatto mistero, al pari delle forze di opposizione Fd’I e Pd. Nelle ultime ore, l’accelerazione, con l’autentica delle firme dei 9 dimissionari: oltre a Lucidi, Tofoni e Mariani, quelle di Fabiano Alessandrini, Roberto Gallucci e Mirco Romanelli del Partito democratico e di Gionata Calcinari, Antonietta Schipani e Massimo Meconi di Fratelli d’Italia.

Dimissioni protocollate ieri, segnando così la decadenza del consiglio comunale, la caduta dell’amministrazione Pignotti, aprendo le porte all’arrivo del Commissario in attesa di riportare la città al voto, non è ancora ben chiaro se entro l’anno o per la prossima primavera.

Laconica la dichiarazione dell’ex sindaco, Pignotti che preferisce non dire nulla sui tre consiglieri della sua maggioranza che hanno firmato per la fine del mandato legislativo: "La vita mi ha dato questa bellissima esperienza – ha detto –. Onorato di averla condotta con entusiasmo, grinta e determinazione".

Più loquace e, soprattutto, più graffiante verso i tre consiglieri ‘disertori’, l’ormai ex presidente del consiglio, Alessio Terrenzi: "E’ una brutta pagina per la città. Mi spiace umanamente per il sindaco, tradito con un’azione meschina dei tre consiglieri nei suoi confronti. Se si doveva fare un’azione simile, così come è accaduto all’epoca della sfiducia al sindaco Giovanni Martinelli, i tre ci dovevano mettere la faccia, venire in consiglio, discuterne e alzare la mano a favore della sfiducia".

"E’ una triste giornata per la città. Siamo stati costretti a fare l’ultima azione che avremmo mai voluto fare, ma anche l’unica possibile per ridare il giusto valore alle scelte dei cittadini e per ridare la città in mano agli elpidiensi. E’ stato duro prendere una simile decisione, ci siamo confrontati più e più volte tra noi. Che dire? Abbiamo sempre lavorato a favore dell’amministrazione – parla Marco Maria Lucidi anche per conto dei colleghi Tofoni e Mariani – e Open (associazione di cui fanno parte anche l’ex assessore Stefano Pezzola e Claudia Bracalente, da ieri ex assessore, ndr) è stata creata per un migliore collegamento coi cittadini, a supporto sì dell’amministrazione, ma così com’era nata, con una visione sul futuro, con un progetto innovativo".

Cause scatenanti? Perché la firma davanti al notaio anziché la sfiducia in consiglio? "I veri traditi siamo noi, non loro. Più volte abbiamo manifestato il nostro dissenso pubblicamente e in maggioranza, soprattutto sulle scelte fatte nell’ultimo periodo contro i nostri ideali e senza alcuna remora. Siamo stati spesso e volentieri inascoltati.

"Aggiungiamo le richieste di soldi ai centri sociali anziani col braccio di ferro innescato dall’amministrazione e il caso NexYiu: la giustizia farà il suo corso ma questa storia ha gravato sull’immagine del Comune". commenta Loredana Marziali dei democrat. "Per una serie di scelte politiche, a partire dal rimpasto, per una questione morale sulla vicenda Terrenzi NexYiu, era un’amministrazione ormai al capolinea" le parole, infine, di Gionata Calcinari di Fratelli d’Italia.

Marisa Colibazzi