FABIO CASTORI
Cronaca

Delitto di Aosta, il fermano Teima condannato per maltrattamenti contro la ex fidanzata. La lettera del padre: “Coraggiosa davanti al suo aguzzino”

Con una sentenza lampo, emessa intorno alla mezzanotte, il giudice francese ha inflitto sei mesi di reclusione al giovane italiano di origini egiziane accusato di aver ucciso la compagna francese Auriane. La disperazione di papà Ludwig: “Questo ulteriore femminicidio non sia vano”

La chambre d'instruction della Corte d'appello di Grenoble, in Francia, ha concesso l'estradizione in Italia di Sohaib Teima, il ventunenne italo-egiziano di Fermo sospettato dell'omicidio della sua compagna, la ventiduenne francese Auriane Nathalie Laisne

La chambre d'instruction della Corte d'appello di Grenoble, in Francia, ha concesso l'estradizione in Italia di Sohaib Teima, il ventunenne italo-egiziano di Fermo sospettato dell'omicidio della sua compagna, la ventiduenne francese Auriane Nathalie Laisne

Fermo 4 maggio 2024 - Sei mesi di carcere e dieci anni di divieto di ingresso in Francia, per violenza domestica e minacce. È la sentenza inflitta questa notte dal tribunale di Grenoble a Sohaib Teima, il 21enne fermano di origini egiziane sospettato dell'omicidio della compagna Auriane Laisne, 22enne di Lione, trovata morta il 5 aprile scorso nella chiesetta diroccata di Equilivaz, a La Salle. La giovane francese nel dicembre scorso aveva denunciato Sohaib per presunte percosse.

La lunga udienza è terminata poco prima della mezzanotte ed è stata ricca di tensione e di colpi scena.

“Questo femminicidio non sia vano”

"Questo ulteriore femminicidio non sia vano”. Così in una lettera ai media Ludwig Laisne, padre di Auriane. “Perché - scrive Ludwig - il suo aguzzino ha potuto avvicinarsi a lei nonostante il divieto di avvicinamento? Perché non ha dovuto indossare il braccialetto elettronico? Perché quando a febbraio era stata chiesta una detenzione provvisoria, il procuratore di Lione non l'ha disposta subito, lasciando così verificarsi il dramma?”. 

Auriane Laisne, la vittima dell'omicidio che aveva denunciato l'ex fidanzato per minacce
Auriane Laisne, la vittima dell'omicidio che aveva denunciato l'ex fidanzato per minacce

"Devo stare in piedi davanti a voi, in onore di Auriane, in onore del coraggio che ha avuto – continua il padre di Auriane –  il coraggio di aver creduto di poter rendere migliore il suo carnefice nonostante le sue bugie incessanti e la sua volontà di allontanarla da noi, la sua famiglia», di «aver sopportato le numerose violenze ripetute», i «sequestri», di «essere più preoccupata per noi che per sé stessa”, e di “arrivare a registrare le discussioni con il suo aguzzino riguardanti le violenze, sapendo che l'avrebbe picchiata di più per averne osato parlare con lui”.

"Non ho né rabbia né odio verso l'aguzzino, cerco - aggiunge - di trascendere queste energie negative e inutili, in energia d'amore universale, di pace e di rispetto, affinché l'assassinio di Auriane permetta di elevare la nostra cittadinanza e la nostra umanità, a qualunque costo”.

Ludwig Laisne ringrazia "i carabinieri italiani e il procuratore di Aosta, che hanno saputo rendersi umani, efficaci e hanno permesso di identificare mia figlia e arrivare all'arresto dell'aguzzino. Grazie anche alla brigade anticriminalité di Lione”.

In aula: le mosse della difesa

La difesa ha negato ogni violenza e si è soffermata sul profilo della vittima che lavorava in un night austriaco come ballerina.

Il difensore ha mostrato fotografie in biancheria intima e citato un episodio in cui la ragazza era stata fermata in aeroporto a Roma dopo essere stata sorpresa con 35 grammi di cocaina.

I toni si sono alzati ulteriormente quando il giudice non ha accolto la documentazione che, secondo la difesa, avrebbe scagionato definitivamente l’imputato.

Si tratta di messaggi ed email che la vittima avrebbe scritto al suo ex fidanzato, scusandosi di averlo denunciato e di essere stata costretta a farlo. E’ proprio sulla base di questi atti che la difesa sta preparando la richiesta di appello che sarà già presentata lunedì.

I documenti del pm e l’affondo dell’avvocato: “Lei era il suo oggetto”

Presenti in aula anche i familiari della vittima, la madre, il padre e il fratello minore, che si sono costituiti parte civile attraverso il loro legale.

Contro la strategia difensiva il pubblico ministero ha presentato tre certificati medici e due denunce per dimostrare i maltrattamenti subiti dalla ragazza e ha parlato di "comportamenti aggressivi e invadenti" di Teima.

Ancora più categorico l'avvocato della famiglia della vittima che ha dichiarato in aula: "Lei era la sua cosa, il suo oggetto".

Il padre di Auriane: “Ha creduto di poterlo migliorare”

Il padre, ascoltato come testimone, ha sottolineato il coraggio della figlia: “Ha sopportato le violenze e ha creduto di poter migliorare il suo compagno”.

Compagno mai nominato ma definito ripetutamente “il carnefice”. Infine le dure parole anche contro la madre, una zia e un cugino di Teima, che ha accusato di complicità.

L’estradizione

Dopo il processo, il giovane è stato ricondotto in carcere in attesa di capire se dovrà scontare la pena in Francia e quando potrà essere estradato in Italia, come richiesto dalla Procura di Aosta, in quanto gravemente indiziato dell’omicidio della compagna.