"Cyberbulli? Insegniamo l’empatia ai nostri figli"

I dati di reati legati alla rete e ai minori sono in aumento, la psicoterapeuta . Di Palma: "Vietare non serve, piuttosto bisogna avere padronanza del web"

"Cyberbulli? Insegniamo  l’empatia ai nostri figli"

"Cyberbulli? Insegniamo l’empatia ai nostri figli"

"Con l’avanzare di internet e della tecnologia sono aumentate anche le opportunità di entrare in contatto con gli altri, ma l’accesso illimitato ai mezzi digitali non sempre è salutare, soprattutto per i giovani". Ad analizzare i dati forniti dal Miur e i nuovi pericoli legati al web è la psicologa e psicoterapeuta Caterina Di Palma che, numeri alla mano, parla del cyberbullismo come un fenomeno preoccupante anche nel Fermano: "I dati ci indicano infatti un aumento del cyberbullismo. Con la pandemia da Covid 19 ed in seguito alle restrizioni le persone compresi bambini ed adolescenti hanno trascorso molto più tempo sui social media per cui i casi di cyberbullismo sono aumentati. In realtà però i dati continuano a crescere anche nel post pandemia ad indicare che questo fenomeno va ben oltre certi contesti".

Di Palma contestualizza questo fenomeno e parla dei rischi che corre la vittima del cyberbullismo, fino ad arrivare al danno estremo che potrebbe essere il suicidio: "Quando immaginiamo il bullismo, pensiamo a qualcosa che potrebbe accadere ai nostri figli durante la ricreazione o all’uscita di scuola. Uno studente che spinge un altro o un gruppetto di ragazzi che prende in giro una ragazza. Qualunque possa essere la modalità, il bullismo tra ragazzi solitamente è abbastanza facile da individuare. Tuttavia, i ragazzi hanno sempre più a che fare con un diverso tipo di bullismo, il cyberbullismo che non è sempre facile da vedere. L’incremento del tempo passato dagli adolescenti sui dispositivi digitali li espone costantemente a questa forma di bullismo. Rispetto al bullismo tradizionale, il cyberbullismo ha caratteristiche uniche: utilizza mezzi con i quali riesce a raggiunge un pubblico illimitato con una maggiore esposizione nel tempo e nello spazio, le parole e le immagini di cui si serve per denigrare l’altro possono essere conservate nel tempo e ampiamente condivise, spesso non c’è una supervisione e l’anonimato con la quale il cyberbullo colpisce aumenta la sua sensazione di impunità che lo porta a sentirsi libero di continuare ad esercitare violenza. L’impatto dell’odio e della violenza in rete sulla vita dei ragazzi che ne sono vittime ma anche solo testimoni può essere devastante sia sul piano fisico che su quello psicologico. Gli effetti fisici del cyberbullismo includono mal di testa, mal di stomaco e problemi di sonno. Gli effetti psicologici includono ansia, depressione, autolesionismo e pensieri suicidi. Il cyberbullismo può anche causare danni educativi, influenzando la frequenza o il rendimento scolastico di uno studente, soprattutto quando uno studente deve affrontare il bullismo online in classe".

Allora cosa fare per tamponare il fenomeno? "Internet è diventato oltre che il principale mezzo di comunicazione di massa uno strumento decisivo per molte attività lavorative e di studio. L’idea di misure coercitive nei confronti del web per affrontare il problema non sarebbero efficaci data la sua diffusione e utilità in diversi contesti. Serve piuttosto una padronanza dei mezzi digitali e della rete, un progetto educativo non solo per i ragazzi ma rivolto a tutta la cittadinanza sull’utilizzo adeguato di questi strumenti. Altro intervento al fine di prevenire il bullismo in generale è un’educazione all’empatia con la quale imparare a sostenere chi è considerato più vulnerabile e capire che chiunque potrebbe essere più fragile in un dato momento della sua vita".

Fabio Castori