REDAZIONE FERMO

Crisi Beko, trema anche Amandola

Con la possibile chiusura dello stabilimento di Comunanza le ricadute negative pure sui Comuni limtrofi

Crisi Beko, trema anche Amandola

Lo stabilimento Beko

La crisi della ‘Beko Europe’ di Comunanza, è qualcosa che innescherà un pericoloso effetto a cascata nel tessuto socio economico di tutta l’area montana. Oltre ai dipendenti diretti, sono molte le aziende che lavorano per la ‘Beko Europa’ creando indotto per numerose famiglie, un segnale che l’Amministrazione di Amandola ha voluto rimarcare. "Vogliamo trasmettere la nostra più totale partecipazione e vicinanza da parte dell’Amministrazione – spiega Adolfo Marinangeli, sindaco di Amandola - e dell’intera cittadinanza amandolese a tutte le maestranze dello stabilimento Beko Europe di Comunanza che purtroppo, come evidenziato nel comunicato dell’azienda, ha confermato i timori della vigilia tracciando uno scenario tragico, che contempla la possibile chiusura entro la fine del 2025 dello stabilimento di Comunanza compreso il licenziamento di 332 dipendenti. Vogliamo con la presente esprimere la nostra piena solidarietà e vicinanza alle lavoratrici ed ai lavoratori dello stabilimento Beko Europe di Comunanza e di tutto l’indotto, come già abbiamo fatto immediatamente dopo aver acquisito la notizia, a tutti i rappresentanti sindacali locali e regionali".

Una tensione che interessa anche i vertici regionali, infatti, anche il presidente Francesco Acquaroli ha vistato lo stabilimento di Comunanza e incontrato i referenti istituzionali della zona. "Auspichiamo come amministrazione – conclude Marinangeli - che si apra subito un tavolo nazionale di confronto tra le parti e vengano avviate con urgenza tutte le iniziativa di competenza, anche di carattere normativo, utile al mantenimento dei livelli occupazionali e produttivi dello stabilimento Beko Europe di Comunanza ed al suo auspicabile rilancio. Confermiamo la vicinanza e la fattiva partecipazione di tutta la città, del Sindaco e della sua Amministrazione a tutte le iniziative che possano essere ritenute utili per respingere questa ipotesi disastrosa per tutto l’entroterra piceno che sta già vivendo un periodo di difficile ripresa economica e strutturale. A tal fine abbiamo inserito all’ordine del giorno del prossimo Consiglio comunale in programma per domani 25 novembre un punto e la redazione e successiva votazione di un documento, speriamo unitario, a favore della immediata risoluzione del problema". Sono in molti a paragonare l’ipotesi della chiusura dello stabilimento come una terza sciagura per il territorio dopo quelle già vissute con il sisma e la pandemia.

Alessio Carassai