I primi nove mesi del 2024 appena concluso, segnano una leggera, ma costante tendenza al negativo per il comparto del cappello, che a livello nazionale registra importazioni per 177 milioni di euro (-6,7% rispetto allo stesso periodo del 2023), calano anche se lievemente le esportazioni con 304 milioni di euro (– 0,6%). Sono le valutazioni dalla Federazione TessiliVari su dati Istat, che tracciano l’andamento del settore, come annunciato da Paolo Marzialetti, presidente nazionale settore cappello della Federazione TessiliVari.
Il comparto del cappello a livello nazionale al terzo trimestre del 2024 presenta una piccola diminuzione per quanto riguarda le esportazioni dei Berretti (304,1 milioni di euro, -0,6%), ma in costante diminuzione. Per i cappelli di paglia, si continua a registrare una nuova tendenziale diminuzione sia per quel che concerne le esportazioni 17,9 milioni di euro (-20,8%); oltre che per le importazioni 13,8 milioni di euro (-47,4%). "Gli ultimi dati del settore cappello in Italia confermano una cambio di prospettiva – spiega Paolo Marzialetti - legato anche ad un diverso approccio e priorità dei consumatori finali anche legati al segmento del lusso. Quindi si conferma il fatto che si è spenta l’onda lunga del rimbalzo post pandemia, che aveva illuso anche i grandi brands del lusso. A questo si aggiunge l’incertezza determinata dai conflitti internazionali e il costo delle materie prime ed energia".
Per le importazioni il paese maggior fornitore con il 32% del totale importato resta la Cina con 56,3 milioni di euro (-4% sul 2023). Persino le esportazioni registrano un dato negativo e vedono la Francia, dove si sono spostati i maggiori brands del lusso, al primo posto con 51,1 milioni di euro (-4% sul 2023), Germania con 37,7 milioni di euro (+11,9%); Stati Uniti con 28,4 milioni di euro (+7,9%). Va ribadito che circa il 70% del valore in termini di aziende circa 85, addetti 1.350 persone e fatturato spetta al Distretto del cappello Fermano – Maceratese.
"In questo momento di difficoltà – conclude Marzialetti – hanno pesato la mancata inclusione del Distretto nella Zes (Zona Economica Speciale), ora divenuta Unica Nazionale. Persiste il problema della manodopera specializzata, legato al ricambio generazionale. Va creata una nuova collaborazione con scuole, università e famiglie puntando su programmi di formazione agevolati, creare attraverso Fse e Pnrr programmi mirati a sostenere le aziende in vista dei prossimi difficili mesi".
Alessio Carassai