"Class action contro la Nexyiu Italia"

Coinvolto anche l’ex sindaco Terrenzi che agiva per conto della società, l’iniziativa dell’avvocato Di Bonaventura

"Class action contro la Nexyiu Italia"

"Class action contro la Nexyiu Italia"

Attraverso un sistema di "affiliazione" a pagamento, con pacchetti da 499 a 1999 euro, avrebbe promesso incredibili guadagni. In realtà, però, solo alcune persone avrebbero recuperato le somme, mentre la gran parte degli investitori si sarebbero ritrovati senza nulla. Per questo motivo diverse persone si sono rivolte allo studio Di Bonaventura Bellabarba per procedere contro la Nexyiu Italia, coinvolgendo anche l’ex sindaco di Sant’Elpidio a Mare, Alessio Terrenzi, che agiva per conto della società. L’ex primo cittadino era già stato tirato in ballo dai coordinamenti comunale e provinciale di Fratelli d’Italia che lo avevano accusato di sfruttare il suo ruolo per reclutare finanziatori. "Abbiamo ricevuto il mandato – spiega l’avvocato Massimo Di Bonaventura - da parte di diversi clienti, per procedere conto la società. La medesima società, attraverso l’acquisto di alcuni pacchetti da 499 a 1999 euro, prometteva numerosi vantaggi agli affiliati attraverso la maturazione di crediti mensili convertibili in buoni e gift card, oppure da usare per acquistare servizi come l’autonoleggio o polizze assicurative, e ancora attraverso meccanismi di cashback. In alternativa la società proponeva anche la liquidazione in denaro dei crediti maturati. Oltre che con il pagamento delle quote dei diversi pacchetti, i crediti potevano essere acquisiti anche con il reclutamento di altre persone, configurando una sorta di sistema piramidale, il cosiddetto ‘metodo Ponzi’, vietato dalla legge". Di Bonaventura spiega come la promessa fosse che entro i tre anni dalla maturazione i crediti sarebbero triplicati: "In realtà soltanto alcuni, i primi della piramide, hanno recuperato le somme, mentre la gran parte degli affiliati si sono ritrovati senza nulla, né sul fronte dell’acquisto dei prodotti, né tantomeno sul fronte della liquidazione monetaria. L’app, attraverso la quale la società operava risulta da tempo bloccata, mentre la sede legale risulta trasferita a Malta. E’ chiaro che si tratta di una possibile truffa nei confronti dei consumatori, cosa che ha già fatto muovere numerose associazioni dei consumatori in tutta Italia". Di Bonaventura ribadisce la volontà di creare una class action: "A livello locale ci siamo resi conto che i coinvolti sono moltissimi, anche per la presenza di persone in vista, delle quali era difficile dubitare, tra i cosiddetti reclutatori, motivo per il quale rivolgiamo un appello a tutti gli interessati a rivolgersi al nostro studio, onde valutare la possibilità di un’azione comune di class action".

Fabio Castori