Chalet Minonda, nienti abusi e tutte le strutture dissequestrate

La Procura sequestra erroneamente strutture al ristorante Minonda di Porto San Giorgio, poi dissequestrate. Indagati per abuso edilizio, ma avvocati denunciano omissioni del Comune.

Chalet Minonda, nienti abusi e tutte le strutture dissequestrate

Chalet Minonda, nienti abusi e tutte le strutture dissequestrate

Erano accusati di avere realizzato una serie di gazebo e strutture fisse nello chalet ristorante Minonda di Porto San Giorgio, per poi posizionarci una veranda con celle frigorifere senza alcuna autorizzazione, tanto che era scattato un sequestro preventivo da parte della Procura della Repubblica. In realtà tutto è risultato nella norma e il piazzale, cosi come le celle frigorifere, sono stati dissequestrati. "Il piazzale – spiegano i legali del gestore, gli avvocati Luciano Mancinelli e Monica Ramunno - era stato posto sotto sequestro perché i vigili urbani avevano contestato la presenza di massetto cementizio sotto la pavimentazione quando, al contrario, è stata rilevata solo la presenza di sabbia, ovvero materiale rispondente ai requisiti di legge, cosi come ripetutamente accertato dalla guardia costiera quale polizia giudiziaria incaricata dal sostituto procuratore della Repubblica titolare del fascicolo di indagini. Conseguentemente la comunicazione di notizia di reato risulta fondata su un accertamento non corrispondente a verità. Per quanto riguarda le celle frigorifere ritenute infondatamente oggetto di cambio di destinazione, il Tar ha del tutto escluso tale ipotesi evidenziando la piena liceità dell’ubicazione e dell’installazione". Gli avvocati Mancinelli e Ramunno contrattaccano e sottolineano come in tutta tale situazione sia rinvenibile una chiara omissione di vigilanza da parte del Comune sull’operato degli accertatori: "L’ente senza alcuna verifica ha supportato una situazione di fatto contraria al vero alla luce delle risultanze accertate. Nel frattempo tali manufatti sono rimasti sotto sequestro per mesi ed inutilizzabili per l’attività d’impresa, con evidente gravissimo danno patrimoniale e all’immagine. Tale impropria condotta sarà sottoposta al vaglio della magistratura sia in sede civile che penale". Il gestore e la proprietaria restano al momento entrambi indagati per abuso edilizio ma, alla luce dei nuovi elementi, è chiaro che il castello accusatorio è destinato a cambiare radicalmente. L’indagine aveva preso il via lo scorso luglio dopo un controllo della polizia locale. A seguito del controllo il Comune aveva intimato alla proprietà della concessione la rimozione dei manufatti non conformi senza però mai avere riscontro alcuno. Gli atti erano stati trasmessi alla Procura che aveva aperto un fascicolo e, a marzo, aveva disposto il sequestro preventivo di alcune aree.

Fabio Castori