"Una città si governa ascoltando i cittadini". Lo ribadisce Renzo Interlenghi, consigliere comunale di opposizione, che sottolinea il valore della diffida presentata dall’associazione Demos con cui si intima ai dirigenti e agli amministratori di fermare la vendita della Casina delle Rose. "Una iniziativa che apre uno scenario dal quale il sindaco e la sua maggioranza non possono prescindere", spiega Interlenghi. Che aggiunge: "Per una volta voglio, simbolicamente, sotterrare l’ascia di guerra per raggiungere un fine alto, chiedendo all’amico e collega Calcinaro, dallo scranno che occupo all’opposizione, di ascoltare le richieste dell’associazione e di tutte quelle cittadine e cittadini che la sostengono sia formalmente che idealmente, quanto meno affinché si apra un tavolo di confronto. Non c’è alcuna fretta di vendere il gioiello della città che, a mio avviso, dovrebbe rimanere di proprietà comunale, come non c’era alcuna fretta a vendere la casetta del custode, atto perpetrato in fretta e furia".
Secondo Interlenghi ci sono tanti dubbi da sciogliere prima di procedere con un passo tanto importante: "I dubbi sollevati dall’associazione sono molteplici in quanto ritiene che la base d’asta della vendita sia sottocosto, tenuto conto del fatto che, allo stato, sull’immobile è stata approvata una variante urbanistica per ampliarne la volumetria per tre piani portando i mq dai circa 1000 attuali a circa 5000. La stima utilizzata per stabilire il prezzo a base d’asta sarebbe affetta anche da un vizio originale in quanto il prezzo da utilizzare dovrebbe essere, almeno, lo stesso già utilizzato per la vendita della casetta del custode e cioè duemila euro al metro quadrato, non quello preso a riferimento dall’Agenzia delle Entrate nel 2016. In base alla volumetria realizzabile il valore complessivo raggiungerebbe quota 11 milioni di euro. Inoltre, grazie ai benefici per crediti d’imposta e a quelli che potrebbero comportare che una parte dell’edificio potrebbe essere destinato a residenziale chi acquista si ritroverebbe tra le mani una miniera d’oro".
Angelica Malvatani