
Ha sempre avuto una vita complicata il campetto della parrocchia San Liborio e ce l’ha ancora oggi, vandalizzato e chiuso...
Ha sempre avuto una vita complicata il campetto della parrocchia San Liborio e ce l’ha ancora oggi, vandalizzato e chiuso alla fruizione da parte dei ragazzi del quartiere. A chi, sui social, ha puntato il dito contro il parroco, ritenuto poco interessato a ripristinare le condizioni di sicurezza del campetto per restituire ai giovani di un quartiere in forte degrado, un luogo di divertimento e aggregazione, ha risposto (sempre sui social) lo stesso don Andrea Bezzini (parroco dell’unione pastorale cittadina) affinché "nessuno pensi che l’attuale stato del campo da basket sia dovuto a disinteresse o a un cedimento strutturale spontaneo. E’ conseguenza di un atto vandalico di un gruppo di ragazzi che si sono appesi al canestro fino a quando non lo hanno visto crollare a terra, per poi divertirsi anche a staccare con forza la guaina impermeabilizzante che ricopre parte del fondo". E chiarisce: "Se finora non si è provveduto a sistemare è perché nulla dia l’idea che non appena qualche teppistello provoca danni per divertirsi, c’è immediatamente qualcuno che pensa a sistemare tutto. Non è così, per almeno due motivi: il primo di carattere educativo, e il secondo di ordine economico, anche se sono già stati fatti sopralluoghi e ipotesi per una prossima sistemazione". Il fatto è che il campetto vandalizzato è visto come buona occasione per esemplificare e sottolineare il degrado di un quartiere un tempo dinamico, vivo e pulsante. Una situazione che, anche secondo il parroco, non va vista come conseguenza di incapacità o disinteresse di sindaci e parroci, quanto come segno del cambiamento dei tempi che ha portato un calo demografico nel quartiere, la chiusura di attività produttive e commerciali, un continuo allontanarsi dalla chiesa e sta ai residenti adoperarsi per tornare a sentirsi comunità.
Marisa Colibazzi