È stata scelta Fermo per celebrare la prima giornata regionale delle vittime del dovere. La cerimonia si è svolta ieri mattina e, dopo la deposizione di una corona d’alloro sul monumento ai caduti della polizia di Stato, nel piazzale della questura, è proseguita all’auditorium San Filippo Neri. Alla giornata hanno preso parte il prefetto di Fermo, Edoardo D’Alascio, il questore di Fermo, Luigi Di Clemente, il vicepresidente della Regione e assessore alla polizia locale e politiche integrate per la sicurezza delle Marche, Filippo Saltamartini. Con loro numerosi rappresentanti delle istituzioni del Fermano e alcuni familiari di poliziotti caduti in servizio. Tra loro i parenti del vicebrigadiere Giovanni Ripani, poliziotto di Altidona, ucciso il 17 novembre 1976 in piazza della Vetra a Milano nel corso di una violenta sparatoria con alcuni rapinatori della banda Vallanzasca. "Questo deve essere un momento in ricordo delle vittime del dovere di tutte le professioni – ha commentato il vicepresidente della Regione, Filippo Saltamartini – che si sono immolate per difendere la legalità e per portare avanti il loro dovere. Ci sono tanti eroi comuni, persone che nonostante il pericolo, rispettano e svolgono il loro dovere". Poi è stata la volta del prefetto Edoardo D’Alascio: "È stato un onore accogliere dalla Regione la proposta di organizzare questa giornata. Dobbiamo raccogliere il testimone da coloro che sono stati e continuano a essere vittime del dovere. Dobbiamo agire quotidianamente per dare testimonianza dei loro valori. Abbiamo l’obbligo di tramandarli soprattutto ai giovani". La senatrice Elena Leonardi ha voluto sottolineare l’importanza, e non solo simbolica, di questa giornata: "Spero venga aperta in futuro anche alle scolaresche. Deve essere ristabilita la tutela e il rispetto per le forze dell’ordine, che non servono uno Stato astratto, ma tutti noi". Ha poi concluso la serie di interventi il questore di Clemente: "Le azioni di questi eroi inconsapevoli seguono la cultura del servizio. Si parla di giovani a cui viene interrotto il progetto di vita, perché, ogni giorno, hanno scelto di servire lo Stato. È una giornata semplice con lo scopo di sottolineare e cementare la memoria".
Fabio Castori