REDAZIONE FERMO

Blitz dei carabinieri nella casa di Perricciolo

Montegranaro: sequestrati il sistema di videosorveglianza e un computer

I carabinieri hanno effettuato un blitz nell’abitazione di un pregiudicato di origini calabresi (foto d’archivio)

I carabinieri hanno effettuato un blitz nell’abitazione di un pregiudicato di origini calabresi (foto d’archivio)

Montegranaro, 19 novembre 2014 - Blitz dei carabinieri della Compagnia di Fermo a casa del noto pregiudicato 34enne di origini calabresi Salvatore Perricciolo. I militari dell’Arma hanno bussato alla porta dell’uomo per sequestrare il sistema di videosorveglianza e i computer. Ufficialmente non è stata apposta alcuna motivazione, ma il blitz è scattato sulla base della legge che regola le disposizioni antimafia. Il sequestro è stato convalidato dal sostituto procuratore di Fermo Alessandro Piscitelli e il materiale è ora a disposizione dei carabinieri, che stanno passando al setaccio tutti i filmati e le informazioni contenute nel computer. Bocche cucite tra gli investigatori. Nessuna parola dal procuratore capo Domenico Seccia e dal comandante della Compagnia dei carabinieri di Fermo, il capitano Pasquale Zacheo. La sensazione è che l’operazione sia collegata al sequestro della Ferrari clonata avvenuto il 24 settembre a Montegranaro e guidata nell’occasione dal pregiudicato di origini calabresi.

Ma soprattutto l’obiettivo si focalizzerebbe prima ancora sul blitz messo a segno alla fine di luglio nel casolare di campagna di Montegranaro, in cui si sarebbe tenuta una presunta riunione tra malviventi legati alla ‘ndrangheta, alla criminalità organizzata marchigiana e del nord Italia. Una sorta di summit per la spartizione del territorio che era avvenuto clandestinamente in un casolare affittato a Perricciolo. Il 34enne però in quell’occasione non era stato trovato all’interno dell’immobile insieme alle altre cinque persone identificate all’epoca dei fatti. Il pregiudicato di origine calabrese, già coinvolto nell’operazione antimafia ‘Gustav’, con la quale era stata sgominata la cosiddetta cupola della movida marchigiana, non risulta infatti indagato per quell’episodio.