FABIO CASTORI
Cronaca

Assolta dalle accuse di maltrattamenti verso la figlia e l’ex

Era stata indagata dopo la segnalazione ai carabinieri del compagno. “Con questa sentenza, non solo si sancisce la mia innocenza, ma si apre finalmente la strada per il ripristino del rapporto madre-figlia”

L’avvocatessa Luciana Tosoni

L’avvocatessa Luciana Tosoni

Fermo, 1 febbraio 2025 – E’ la fine di un incubo per una donna ha dovuto ingiustamente convivere per anni con l’infamante accusa di maltrattamenti in famiglia nei confronti dell’ex compagno e della figlia minorenne.

L’imputata, 43enne fermana, è stata infatti assolta con formula piena dal giudice per l’udienza preliminare, Maria Grazia Leopardi, perché il fatto non sussiste. La 43enne era stata indagata dopo la segnalazione ai carabinieri dell’ex compagno, che l’aveva accusata di aver maltrattato la loro bambina fin dalla nascita costringendola più volte a mangiare forzatamente, colpendola anche con violenti schiaffi e scuotendola con forza quando non riusciva a dormire.

L’ex compagno aveva anche raccontato presunte violenze nei suoi confronti, come il lancio di piatti, l’averlo colpito apposta in testa fingendo di aprire una persiana, di aver impugnato un coltello da cucina per poi conficcarlo in un cuscino. Accuse che, a conclusione del processo con rito abbreviato, sono risultate infondate. Soddisfatta all’uscita dall’aula la legale, l’avvocatessa Luciana Tosoni, che ha affiancato la donna in questa lunga odissea giudiziaria.

“L’assoluzione è il risultato di un’attenta e rigorosa analisi del corposo fascicolo processuale, che includeva dettagliate memorie difensive e documenti in grado di smontare le accuse mosse dall’ex compagno. L’ultima memoria difensiva, un atto di 81 pagine corredato da allegati decisivi, ha contribuito a dimostrare l’infondatezza delle contestazioni. Il giudice, consapevole della delicatezza del caso, ha valutato ogni elemento probatorio con assoluta imparzialità e professionalità, restituendo giustizia alla mia assistita. Un contributo fondamentale è stato offerto anche dal pubblico ministero, Raffaele Iannella, che ha esaminato con grande scrupolo tutti gli atti del processo.

Il suo approccio attento e meticoloso ha consentito di basare la richiesta di assoluzione su prove concrete, evitando che semplici dichiarazioni accusatorie potessero compromettere il destino di una persona innocente. Nonostante le parti civili avessero chiesto la condanna della mia assistita, il dibattimento ha fatto emergere la verità in modo inequivocabile. La giustizia ha prevalso, smentendo ogni accusa e restituendo dignità all’imputata, che ha dovuto affrontare un vero e proprio calvario giudiziario”.

Visibilmente commossa ma anche provata la 43enne finita sotto processo, che ha voluto sottolineare come l’accusa sia stata utilizzata strumentalmente dall’ex compagno per allontanare la minore dalla madre: “Questo ha avuto un impatto devastante sulla bambina, che più volte ha espresso il desiderio di tornare a casa. Oggi, con questa sentenza, non solo si sancisce la mia innocenza, ma si apre finalmente la strada per il ripristino del rapporto madre e figlia. Questa vicenda dimostra come la giustizia, quando affrontata con rigore e serietà, sia in grado di distinguere la verità dalla menzogna e di restituire dignità a chi è stato ingiustamente accusato. Un profondo e sincero ringraziamento va al mio avvocato, che con incrollabile dedizione, straordinaria competenza e impeccabile professionalità ha affrontato questo caso con instancabile determinazione. Grazie al suo impegno incessante e alla sua straordinaria abilità, la verità è finalmente emersa e la giustizia ha potuto trionfare”.