Aveva in casa un vero e proprio arsenale da far invidia a un marine e probabilmente alcune delle armi erano già state utilizzate per azioni criminose, tra cui rapine, sulle quali gli investigatori stanno ancora cercando di fare luce. A conclusione del primo troncone d’inchiesta un marocchino di 23 anni residente in via Graffigna, a Fermo, è stato rinviato a giudizio detenzione illegale di armi e munizionamento. L’operazione era stata messa a segno dagli uomini della Digos e della squadra mobile della questura di Fermo. Nel corso del blitz i poliziotti avevano sequestrato armi comuni da sparo, un fucile calibro 12, una riproduzione in metallo di un fucile d’assalto kalashnikov, due scacciacani prive di tappo rosso, più di 250 cartucce di vario calibro per armi lunghe e per pistola, un cuscino in gomma piuma con circa 30 fori con bordi bruciati, un arco professionale e delle ogive deformate frutto delle detonazioni. Tutte le armi erano risultate detenute illegalmente. Il giovane, un disoccupato che vive con la sua famiglia, era tenuto d’occhio da tempo dagli uomini della questura, anche perché, nel corso di una più ampia attività investigativa, erano emersi elementi di rilevanza penale. Una volta analizzarti gli indizi raccolti, i poliziotti avevano deciso di entrare in azione e avevano fatto scattare l’attività di polizia giudiziaria nell’abitazione di via Graffigna. Gli agenti della questura avevano, così, dato il via ad un blitz durante il quale erano state sottoposte a perquisizione la casa, la soffitta e la cantina di pertinenza. Le ipotesi degli investigatori si erano rivelate giuste e durante l’attività era stato rinvenuto l’intero arsenale, per poi essere posto sotto sequestro. Gli uomini della questura hanno fondati sospetti che le armi recuperate possano essere state utilizzate per compiere rapine, in quanto il ragazzo, risulta essere già gravato da numerosi precedenti specifici.
CronacaArsenale in casa. Armi forse usate per fare rapine