Arriva il pugno duro. Era ricercato per rapina 18enne finisce in carcere

Per quattro mesi è stato nascosto dopo il cruento scippo messo in atto: aveva sottratto con violenza un telefono cellulare ad un ragazzo ferendolo .

Arriva il pugno duro. Era ricercato per rapina 18enne finisce in carcere

Gli uomini della questura. hanno atteso che uscisse dal nascondiglio per poi arrestarlo, dopo averlo sorpreso in possesso di dosi di eroina, banconote e. un telefono cellulare risultato rubato

E’ finito nel carcere minorile di Bologna Saif Amri, il tunisino di 18 anni appena compiuti, già noto alle forze dell’ordine anche per la rissa consumatasi a Porto Sant’Elpidio il 30 maggio scorso, in cui era rimasto ucciso da alcune coltellate il 23enne elpidiense Osama Jeddi, e per essere coinvolto negli scontri avvenuti a Porto San Giorgio il 18 giugno e culminati con l’esplosione di alcuni colpi di pistola. Lo ha deciso dal gip del tribunale dei minori delle Marche, in quanto all’epoca dell’emissione della misura cautelare il ragazzo aveva ancora 17 anni. Il giudice ha ritenuto l’indole del giovane particolarmente violenta e pericolosa, disponendo il provvedimento più duro, ovvero il carcere. Amri, che gravitava nella zona di Lido Tre Archi, era ricercato da quattro mesi per una cruenta rapina messa a segno con altri cinque giovani pregiudicati e consumatasi il 20 di giugno scorso, quando aveva sottratto con violenza un telefono cellulare ad un ragazzo di Porto San Giorgio, provocandogli anche una ferita lacero-contusa alla testa. Amri è sospettato anche della rapina messa a segno, insieme ad altri due giovani connazionali, a maggio sulla battigia di Porto San Giorgio ai danni di una giovane coppia del posto. I tre nordafricani, con il favore dell’oscurità, avevano accerchiato i due che stavano facendo una passeggiata in riva al mare, li avevano minacciati con un coltello e aveva sottratto alla ragazza una collana in oro del valore di duemila euro, per poi farsi consegnare dal ragazzo 50 euro e il telefonino. A seguito delle ricerche di polizia e carabinieri, era emerso che il Amri aveva cercato di fuggire in Germania.

Essendo, però, ancora minorenne, era stato respinto alla frontiera. Da quel momento si era reso irrintracciabile, finché gli uomini della squadra mobile, dopo una serie di appostamenti, hanno scoperto che si trovava in un appartamento di Lido Tre archi dove era ospite di altri quattro nordafricani, appartenenti al suo clan e denunciati per essere gli autori delle scritte sulle mura del tribunale di Fermo e nel quartiere inneggianti ad Osama, il 23enne ucciso a Porto Sant’Elpidio. Gli uomini della questura (come anticipato alcune due settimane fa dal nostro giornale), una volta individuato il nascondiglio, hanno atteso che uscisse per poi arrestarlo, dopo averlo sorpreso in possesso di dosi di eroina, banconote di cui non aveva saputo giustificare il possesso e un telefono cellulare risultato rubato.

Fabio Castori